Io colgo l'occasione per ricordare a tutti il dovere di fare penitenza dei nostri peccati; non perché il Signore ci ha perdonato noi possiamo così impunemente cantare e lodare Dio e scordarci di fare penitenza. La penitenza rientra nel cammino della vita spirituale. Cantiamo, cantando calpestiamo ancora i nostri peccati, ma una vita penitente, una vita morigerata, una vita tutta dedita a Dio, una vita che si vede che è diversa da quella degli altri anche nell'abito, questo si. Il Signore lo chiede a noi. Soltanto allora possiamo essere incisivi sugli altri, possiamo impressionare gli altri. Quando noi "rinnovati" non siamo più incisivi, non impressioniamo più gli altri, non facciamo scalpore, per la nostra vita buona e santa e allora il "Rinnovamento" ha perduto il suo mordente. Dio lo ha dato come lievito nella società, come fermento di vita nuova nella società, e il fermento si mette nella massa non cantando e lodando, anche questo, ma ascoltando e lodando con la vita, una vita nuova, una vita tutta di Dio. Questo è il fermento che il Signore vuole, questo è il lievito immesso nella massa, questa è la novità dello Spirito, e questo è l'impegno che noi dobbiamo prendere. Peccatrice e non peccatrice, peccatore e non peccatore, ma un pò di peccatori e peccatrici così un po' questo appellativo ci conviene anche a noi. E non vado oltre, perché vorrei fermarmi un momento, cinque minuti, un po' sullo schema della nostra preghiera. Cioè noi preghiamo; lo schema della preghiera che non deve avere uno schema ma che in un certo qual modo deve avere un ritmo esige che sia un po' come quella della Messa, dove c'è prima l'accoglienza: "il Signore sia con voi", il Signore è con voi è l'accoglienza gioiosa che il sacerdote fa a tutti e che Cristo fa a tutti noi. E' un momento bello di fraternità, Cristo ci riconosce come fratelli, Dio ci riconosce come figli, e tutti ci riconosciamo fratelli, figli dell'unico padre e siamo in gioia, ecco allora questo è il primo momento. Ma subito dopo questo momento c'è la purificazione. "Chi salirà il monte del Signore? Chi salirà il monte del Signore?" "Chi ha cuore puro e mani innocenti." Anche breve la purificazione ci vuole, per lasciare un po' per terra il gravame che portiamo dalle nostre case, per lasciare un poco giù sulle nostre sedie tutto ciò che ci opprime, purificarci mentalmente, cordialmente per salire il monte del Signore, per avere le mani pure e il cuore mondo e lodare il Signore, per vedere il volto del Signore, per ascoltare la voce del Signore e metterci in ascolto di quello che il Signore ci dirà. Dopo questo primo momento che sia pur breve di purificazione che necessariamente non deve essere così con la faccia per terra ma può essere anche gioiosa, ma una vera purificazione che noi chiediamo allo Spirito. "Spirito di Dio vieni su di noi, purificaci plasmaci lavaci" ossia quel canto che allo Spirito noi facciamo, allora noi esplodiamo nella lode. Il Gloria; "Gloria a Dio nell'alto dei cieli" dice il sacerdote dopo avere detto: "Signore pietà Cristo pietà Signore Pietà". Dopo questo primo momento brevissimo esplode la Gloria che nasce dall'esserci purificati davanti al Signore mediante lo Spirito.
Poi segue nello schema liturgico segue la Parola di Dio, dopo una breve preghiera così l'ascolto della Parola; poi ecco la parola di Dio e poi ci offriamo al Signore e incomincia la vera preghiera dopo l'ascolto della Parola, la preghiera a Dio l'oblazione, che esplode alla fine in un canto del prefazio il grande canto di gloria cioè:"Santo Santo Santo il Signore". Questo Santo Santo il Signore, questo prefazio scaturisce dall'ascolto della Parola che è maturata in noi, mentre il primo Gloria scaturisce la purificazione mediante lo Spirito, l'altro momento di Gloria, di contemplazione della santità di Dio proferisce dalla Parola di Dio ascoltata e digerita che produce in noi l'oblazione a Dio. Poi segue l'intimità con Dio fino alla comunione con il Signore, (consacrazione comunione). Questo schema della liturgia della Parola diciamo bisogna in un certo qual modo seguirlo poiché la nostra preghiera sia ben condotta. Non è che siamo obbligati a questo schema però questo momento ci vuole ricordarci del momento più breve della purificazione per salire al monte del Signore con cuore puro e mani pulite e poi metterci in sintonia tra di noi per lodare Dio, ascoltare la Parola di Dio. Durante la preghiera è importante non soltanto quello che noi diciamo sotto ispirazione ma quello che il Signore ci va dicendo attraverso i profeti attraverso la profezia attraverso i testi perché quelle sono le indicazioni di Dio. La nostra preghiera è la reazione è la risposta alla preghiera di Dio ma parte più importante è la Parola di Dio che ci viene consegnata attraverso i testi attraverso i profeti. Ora abbiamo davanti un po' questi tesori, queste indicazioni per dare un certo ordine alla nostra preghiera e riprendere la nostra preghiera quando c'è un poco di divagazione. Poi noi accusiamo tante volte troppe stanchezze e che non seguiamo quello che dice lo Spirito: "Figlio tu devi andare a pregare?" "Preparati alla preghiera". Veniamo tante volte non preparati alla preghiera. Quando tu ti metti a tavola ti lavi le mani, ti siedi, prendi il tovagliolo, lo stendi metti lo distendi poi ecco ti disponi a mangiare. Quando tu vai a pregare devi disporti alla preghiera. Te lo dice lo Spirito Santo. "Figlio mio vai a pregare?" "Preparati alla preghiera". Noi veniamo non preparati, oberati da pensieri, trafelati con tanti problemi in testa, arruffati da tante e tante cose, ci mettiamo qui Gloria Gloria a Dio…. Non c'è la preparazione psicologica, spirituale, un poco di preparazione ci vuole. E' bene che questa preparazione viene un po' nel canto, ma tante volte i cantori cantano per conto proprio e la gente chiacchera come se niente fosse. Non è l'accoglienza che noi facciamo ma la chiacchera che facciamo. Comunque prepararci alla preghiera. C'è un preparazione remota una preparazione prossima. Il mercoledì è giorno di preghiera, voglio prepararmi, voglio pensare al momento dell'incontro con Dio. Oggi ci ho un incontro con il Presidente della Repubblica, oggi ci ho un incontro con un grande personaggio, bè mi voglio preparare. E così l'incontro con Dio bisogna prepararsi psicologicamente, moralmente, preparazione remota almeno durante così la mattinata e prossima poi nel pomeriggio. Sto andando alla preghiera, voglio disporre, voglio mettermi il cuore in pace, non arrivare fino all'ultimo minuto indaffarati in tante altre cose, che preghiera c'è non si è preparati allora è per questo è necessario un po' di sosta un po' di purificazione. Questo lo dicevo appunto per dire qualcosa sul ritmo della nostra preghiera, poi affidiamoci allo Spirito, non è uno schema, ma quando dovesse mancare la forza dello Spirito cerchiamo di ricorrere allo schema. Chiediamo allora al Signore di pregare e pregare bene, ogni preghiera è sempre buona, perché in ogni preghiera c'è sempre lo Spirito del Signore che aleggia, c'è sempre il pascolo nella parola di Dio e la preghiera sempre dice qualche qualcosa se uno sta attento, se non sta attento allora la preghiera può anche dire nulla. La preghiera più bella può dire nulla, ma anche la preghiera più sgangherata quando il tuo cuore è disposto a Dio può essere bella davanti a te perché tu puoi carpire anche una sola parola che illumina il tuo cuore che illumina così una verità e che ti mette in contatto intimo e profondo con il Signore.
Padre Matteo La Grua
LA PREGHIERA FONTE DI GIOIA
La preghiera nei nostri gruppi è fonte di continua gioia e sorgente di grazia e di serenità interiore. Abbiamo scoperto, attraverso la preghiera, la via della salvezza ed il modo per essere graditi al Signore; per noi è diventata il necessario alimento per lo spirito. Con essa respiriamo a pieni polmoni l'amore di Dio. Abbiamo capito che operare senza prima avere pregato, a volte risulta anche sterile. Dice bene il Salmo 126 ( 127): "Se il Signore non costruisce la sua casa, invano vi faticano i costruttori". Pertanto bisogna tenere conto, nel nostro agire, che è necessario seguire la strada che il Signore va tracciando davanti a noi per il nostro bene e per l'edificazione della comunità. Operando nel nome di Dio, è necessario discernere quanto è voluto da Dio e quanto è frutto dei nostri desideri, che non sempre coincidono con quanto è disposto dal Signore. La preghiera, stimolando il nostro amore verso Dio, ci coglie nei momenti più belli della nostra vita: quelli in cui il nostro animo, cercando il Creatore, si unisce a Lui per godere della sua presenza apportatrice di pace e di gioia interiore. La preghiera spinge alla speranza di avvicinarci sempre di più alla fonte della vera vita, alla sorgente di quel perdono divino che ci farà sempre più ricchi di obbedienza al Vangelo e ci stimolerà ad una vita di vera testimonianza cristiana, e così aumenterà la nostra fede nel vero ed unico Dio e si accrescerà in noi la Carità. In questo cammino il nostro spirito gioisce perché rigettiamo le antiche regole dell'uomo vecchio e ci rinnoviamo in Cristo, purificandoci. Con la preghiera, alla luce dello Spirito Santo, ci siamo resi contro che noi dobbiamo solo riconoscere la nostra situazione di peccatori (come il figliol prodigo) e, levandoci dalla nostra misera situazione, dobbiamo correre incontro al Padre per essere abbracciati e ripuliti. Col profeta Amos (9,11) ascolteremo la voce di Dio che dice : "In quel giorno rialzerò la capanna di Davide, che è caduta, ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine; la ricostruirò come ai tempi antichi". E così ritroveremo la nostra pace interiore.
Col profeta Sofonia (3,14- 15) potremo cantare:
"Gioisci, figlia di Sion, esulta Israele e rallegrati con tutto il tuo cuore, figlia di Gerusalemme! Il Signore ha revocato la tua condanna, ha disperso il tuo nemico. Re d'Israele è il Signore in mezzo a te; tu non vedrai più la sventura."
La preghiera è la sola medicina per le malattie del nostro spirito. L'uomo se ne rende conto, ma non sempre imbocca la via giusta; la nostra epoca è ricca di strade sbagliate; diversi falsi profeti predicano dottrine erronee. Molta gente cade nel le loro reti, decretando la propria rovina. La sola via giusta è quella del Vangelo di Gesù Cristo. Gesù è la Via, la Verità e la Vita. Il Vangelo ci propone la "Via Santa" cantata da Isaia (35, 8-10): "Ci sarà una strada appianata e la chiameremo Via Santa; nessun impuro la percorrerà e gli stolti non vi si agireranno...Vi cammineranno i redenti... felicità perenne splenderà sul loro capo; gioia e felicità li seguiranno e fuggiranno tristezza e pianto". Sia lodato Gesù Cristo.
Calogero Verso
IL CORAGGIO DI AMARE GESU'
Bisogna annunziare sui tetti, nelle piazze, nelle scuole, in famiglia, nei luoghi di lavoro : Io amo Gesù! Un vero amore non può tenersi nascosto .
L'amore se è grande in noi si manifesta molto, se è poco si manifesta poco , come diceva S. Teresa d'Avila. Dobbiamo essere talmente innamorati di Gesù da non potere fare a meno di parlare di Lui, di parlare con Lui, di pensarlo e proclamarlo.
Dobbiamo essere una voce che grida l'amore che è in noi.
E' grave non annunziare il Vangelo; è grave vergognarsi di parlare di Dio e del Figlio suo.
Gesù ha detto: "Chi si vergognerà di me e delle mie parole, anch'io mi vergognerò di Lui davanti al Padre mio". Che parole tremende! Dovrebbero scuoterci e svegliarci!
Il papa insiste molto nell'invitare ad una evangelizzazione, e si rivolge soprattutto ai giovani.
Un'anima che vive un'intimità profonda con Gesù, che lo ama e lo serve con zelo ed amore, diviene un esempio più eloquente di ogni parola; ma non dobbiamo pensare che questo esonera dal compito di parlare di Gesù e di "rendere conto della speranza che è in noi".
Suor Maria Goretti
L'ACCOMPAGNAMENTO SPIRITUALE
"Cercati un compagno che ti faccia da guida...uscì e trovò l'angelo Raffaele" (Tobia 5, 3-4)
Dal l7 al 22 agosto 2001, presso l'Oasi Francescana di Pergusa, ha avuto luogo il XXXVII Corso di Spiritualità coordinato dal Rev P. Matteo La Grua.
Alla conduzione del ritiro hanno collaborato: Padre Pino Licciardi, Salvatore Li Bassi e Maria Lo Presti.
Il corso, articolato in momenti di preghiera, d'insegnamento, di mistagogie e di simposi, si è svolto in un clima di ascolto e di fraterna accoglienza.
Il tema generale del l'accompagnamento spirituale è stato affrontato attraverso l'immagine pedagogica dell'angelo Raffaele che, nel libro sapienziale di Tobia svolge in maniera esemplare questo delicato compito. Il libro di Tobia, scritto dopo l'esilio per i Giudei in diaspora, ha come problema di fondo il desiderio di vivere la fede dei padri in mezzo a nazioni idolatre. Questo poemetto ha molto da dire oggi a noi che viviamo in una società multietnica e multireligiosa. Lo straniero è nostro vicino di casa e la realtà che ci circonda tende a livellarci. Come vivere, dunque, la nostra appartenenza a Cristo? Come conservare la genuinità della nostra fede? Siamo in ricerca, siamo in cammino, un cammino carico di avventure ma benedetto da Dio. C'è un cammino dell'uomo verso Dio: questo percorso viene fatto attraverso la via naturale della ragione. Il Signore abita in una luce inaccessibile, ma si fa sentire presente nella vita dell'uomo. Quando l'uomo fa un cammino verso la terra non trova Dio, dubita di Dio, perde Dio.
L'uomo può sentire l'attrazione di Dio, ma non può conoscere questo Essere Supremo se Egli non si autorivela.
Il Signore, infatti si fa lentamente scoprire attraverso la creazione, la rivelazione ed altre forme misteriose che solo Lui conosce. Il cammino dell'uomo verso Dio e quello di Dio verso l'uomo s'intrecciano. In Cristo Gesù, vero uomo e vero Dio, rivelazione profonda del Padre, inizia il terzo cammino.
Cristo, nella potenza dello Spirito, cammina dentro l'uomo e lo trasforma. L'uomo viene trasformato in Colui che sta cercando, viene cioè divinizzato.
Dio è il vero accompagnatore dell'uomo. Tutta la storia della salvezza che confluisce in Cristo, è una testimonianza questa presenza vigile e premurosa da parte del Signore.
Non siamo mai soli, dobbiamo perciò superare i momenti di solitudine o d'isolamento che a volte ci possono attanagliare.
Dio spesso si serve di angeli per condurci alla giusta meta del nostro cammino; cosi ha fatto con Tobia mettendo e al suo fianco l'angelo Raffaele. Tutti abbiamo bisogno di essere accompagnati e tutti possiamo essere accompagnatori a condizione però di possedere delle qualità indispensabili per questa delicata missione. Tali requisiti possiamo rilevarli osservando il modo di essere e di agire di Raffaele: 1) si presenta come un uomo comune e non assume un'aria di superiorità; 2) è esperto della via avendola percorsa molte volte; si inizia il L'uomo viene
3) si sottomette al giudizio del padre di Tobia, cioè alla persona ha diretta responsabilità in colui che deve essere accompagnato;
4) non si sostituisce a Tobia, non lo libera dalle sue responsabilità, ma lo consiglia, lo assiste;
5) non si precipita nel dare spiegazioni, ma progressivamente prepara a vivere i vari momenti della missione;
6) interviene direttamente solo quando Tobia e Sara non possono fare nulla ( legare Asmodeo).
L'accompagnamento può essere rivolto ad una persona sola, ad una coppia, ad una famiglia o comunità.
Una particolare attenzione dovrebbe essere rivolta alla famiglia, realtà umana meravigliosa, voluta da Dio; culla della vita, violentemente attaccata da satana.
Oggi sono molto frequenti tre errori che attentano alla salute di questa istituzione:
1) matrimonio a tempo;
2) fedeltà intermittente (talvolta con il reciproco consenso);
3) prole a discrezione.
L'accompagnamento deve essere adatto al tipo di famiglia che si deve sostenere. Esistono, infatti: famiglie regolari,il cui vincolo è sancito dal sacramento del matrimonio, famiglie fatto e famiglie ricostruite. L'accompagnamento più difficile è quello destinato alle coppie ricostruite (divorziati risposati). Molto importante, per il sostegno da dare alle coppie, è conoscere le motivazioni che hanno spinto i due coniugi ad unirsi in matrimonio.
Un matrimonio ben riuscito è quello che poggia su una triplice attrazione: fisica, psicologica e spirituale. Se manca uno di questi elementi la realtà coniugale vacilla. Ancora più nefasta è la situazione di coloro che fatto la scelta matrimoniale sollecitati solamente da elementi esterni (ricchezza, prestigio...). Gruppi di coppie, ben preparati, possono aiutare le famiglie in difficoltà a superare i momenti di crisi, a ricreare un clima d'amore, a riscoprire tutti quei mezzi che Dio mette a disposizione per vivere in pienezza la vocazione matrimoniale ( ascolto della Parola, preghiera, Eucarestia...).
Un ruolo molto importante nell'articolazione del corso di spiritualità hanno avuto le quattro mistagogie che in un pregnante clima di ascolto e di contemplazione, hanno consentito di vedere realizzate plasticamente dinamiche di lode, liberazione, consolazione e guarigione.
Un grazie al Signore per quanto ha operato nell'ambito del ritiro e per quanto continuerà ad operare. Un grazie agli angeli la cui presenza misteriosa talvolta è stata soavemente tangibile. Un grazie a P Matteo, pastore instancabile e guida sicura dei nostri gruppi. Un grazie ad ogni fratello e ad ogni sorella perché, rispondendo alla chiamata del Signore hanno formato una piccola comunità in e comunione.
Questi, in sintesi, i principali argomenti del Corso di Spiritualità tenuto quest'anno a Pergusa sotto la guida di P. Matteo.
Un apposito comitato sta preparando la pubblicazione di un libro che raccoglierà approfonditamente gli insegnamenti di detto corso, di eccezionale importanza formativa e spirituale per i nostri gruppi e per le nostre famiglie.
Giusi Dragotta.
"N M I" : CHE COSA E'?
Nel corso ai questo secolo noi cristiani dovremo abituarci a convivere con questa sigla: N M I.
Tutti gli atti apostolici del Papa vengono citati con le lettere iniziali delle prime due o tre parole dei testi, e pertanto con la sigla N M I viene richiamata la lettera apostolica "NOVO MILLENNIO INEUNTE" (All'inizio del Nuovo Millennio) di Giovanni Paolo II.
In essa viene recepito in toto il Concilio VaTicano II, che è una bussola che orienta il cammino della Chiesa per questo millennio ed illustra il grande tema della comunicazione del Vangelo nell'evolversi continuo e rapido della realtà sociale e culturale.
Ma soprattutto, con questo documento, il Papa spinge la Chiesa a prendere il largo (DUC IN ALTUM) con dinamismo nuovo e rinnovate energie spirituali, per annunciare a tutti che il Verbo di Dio è vivo e presente in mezzo a noi e ci fortifica mediante il suo Santo Spirito.
La C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana), facendo riferimento sostanziale alla NMI, ha emanato, proprio in questi giorni, gli orientamenti pastorali per il decennio 200l -2010, dal titolo "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia".
La prima parte, dopo aver affermato che il fondamento della nostra speranza è Cristo Signore, Figlio di Dio e Figlio dell'Uomo, ci invita a "ripartire da Cristo", nella contemplazione del suo volto, per nutrire la nostra fede nella preghiera e nella carità. L'oggetto primario della nuova evangelizzazione deve, quindi essere GESU' CRISTO, la grande "sorpresa" di Dio che ci rivela il suo volto ed è il primo evangelizzatore che tutti dobbiamo ascoltare per poterlo seguire...Cosicchè Gesù, oltre che l'annunciato, è anche l'annunciatore. Ma la contemplazione e l'esperienza di Dio (che nel Rinnovamento spesso sperimentiamo) non ci debbono chiudere in un vano e sterile intimismo, ma aprirci al suo annuncio: "Ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato...noi lo annunciamo anche a voi." (Giovanni 1 1-3). Il Vangelo è il più alto dono fattoci da Dio, e va condiviso con ogni fratello o sorella che incontriamo. Ma ciò esige, oltre che una sincera e profonda conversione del cuore, un'apertura alle varie forme di evangelizzazione, ognuno nel suo ambiente di vita, secondo il comando di Gesù: DUC IN ALTUM!.,. Il testo della CEI ci presenta, quindi, gli obiettivi primari per il decennio in corso e li focalizza in due punti essenziali: la pastorale giovanile e la pastorale familiare.
È necessario che i giovani crescano nell'esperienza dello Spirito e nell'acquisizione di una sana cultura cristiana. È urgente un rinnovamento radicale della famiglia, oggi più che mai minacciata dalla cultura laica e pagana. Il gravissimo problema delle famiglie irregolari e in difficoltà va risolto, per la CEI, con l'insostituibile apporto delle famiglie cristiane. Nasce quindi una nuova frontiera missionaria: quella della presenza ai noi laici cristiani in tutti i settori della società, sia nell'annuncio di Cristo vivo e presente sia nella testimonianza di vita. Non solo, quindi, i sacerdoti ed i religiosi, ma anche le nostre comunità ed i gruppi ecclesiali sono chiamati a seminare la Parola, mediante l'annuncio e l'esercizio della carità. L'ultima parte del testo della CEI invita i cristiani tutti alla comunione. Come afferma il Papa nella Novo millennio ineunte, la vera comunione è il frutto dell'ascolto, della conversione e della preghiera. È la comunione che fa, di una comunità, una casa ed una scuola di unità in Cristo. Il mondo si convertirà se vedrà che noi cristiani ci amiamo come Lui ha amato noi. Il testo della CEI termina con un sintetico specchietto degli obiettivi da perseguire in questo decennio.
- Impegno per una pastorale della santità.
- Annuncio di Cristo a tutti, battezzati e non.
- Rinnovamento serio e profondo delle nostre comunità.
- Impegno per tutti i cristiani ad essere veri profeti, annunciatori e testimoni del Vangelo.
- Adoperarsi a che le nostre comunità diventino casa e scuola di unità.
Il testo della CEI riportato ci orienta, pertanto, tutti verso un impegno, non a breve tempo, ma decennale, e pertanto ci concede tempo e spazio per un proficuo lavoro di riflessione e programmazione della nostra vita, in Cristo.
Angelo Calvino.
PREGHIERA A DIO NELL'ORA PRESENTE
Signore, Dio Onnipotente, ti prego per tutti quelli che sono morti nei tragici attentati di Washington e New York. Accoglili tutti nel tuo Regno di gloria: quelli che hanno avuto il tempo di capire e quelli che, d'improvviso, hanno perso la vita al tavolo di lavoro di un giorno qualunque. Una preghiera speciale la voglio dedicare a tutti coloro che, per dovere e volontà, hanno perso la vita mentre soccorrevano gli altri. Tu hai detto che non c' è amore più grande che donare la vita per i propri amici, e Tu saprai apprezzare l' eroico sacrificio ai chi ha guardato solo al bisogno degli altri.
Ti prego, Signore, Dio del Calvario, per tutti quelli che, in questa tragedia, hanno perso il padre, la madre, il coniuge, i figli, per chi non vedrà più tornare il parente o l' amico dall'inferno di fuoco scatenato dall'uomo. Entra Tu nei cuori straziati dal dolore, in chi non sa conciliare con simili orrori l'esistenza di un Dio buono ed amoroso. Disperdi i pensieri di odio e di vendetta, sorreggi chi soffre per questa tragedia, e la tua provvidenza non faccia mancare il pane a chi ha perso il sostegno della propria famiglia.
Ti prego, Signore, Dio di sapienza, per coloro che reggono le sorti del mondo, chiamati ad affrontare una nuova minaccia. Ispira Tu le loro decisioni;
fà che sappiano garantire la sicurezza degli uomini che a loro si affidano e che non facciano precipitare il mondo intero in una spirale di odio e di violenza. Guida Tu chi ci deve guidare, perché, se l'uomo confida in se stesso, o nella forza o nelle armi di cui può disporre, il solo risultato sarà la rovina. Conduci Tu il mondo verso la giustizia, entra nel cuore dei suoi governanti, suscita in loro pensieri di pace. Potrà sembrarti strano, Dio d'amore, ma oggi Ti prego anche per quelli che hanno organizzato questa tragedia.
Il cuore dell'uomo, Signore. è la tua casa;
possa Tu entrare nel cuore di questi assassini affinché comprendano il loro terribile errore e sappiano che Dio non vuole l'odio e la guerra. ma l'amore, anche per chi non crede in Lui.
Possa il tuo Amore schiantare la durezza dei cuori chiusi dal fanatismo e dall'odio e convertili alla legge dell'amore. È difficile, lo so; neanche Tu puoi fare nulla di fronte ad un'anima che non vuole accettarti. ma spero che la tua luce un giorno li raggiunga.
E ti prego, infine, Dio delle genti, per tutti noi, cosi sgomenti e confusi, colmi di paura e di preoccupazione per un futuro così carico di insidie, per dei segni dei tempi che non riusciamo a leggere, per la barbarie di cui l'uomo è capace.
Ma ora che crolla ogni sicurezza, una sola resiste nei nostri cuori: che Tu non vuoi il male dell'uomo.
Ci mettiamo nelle Tue mani con f-Iducia, anche se sappiamo che la prova sarà lunga e noi siamo fragili come fili d'erba.
Aiutaci ad avere i nervi saldi, a non odiare chi, per razza o religione, è diverso da noi; dacci la forza di essere miti ed umili di cuore.
Ci abbandoniamo a Te, nella speranza che vinca la pace e la giustizia sociale e che gli uomini si riconoscano fratelli. A Te affidiamo le nostre vite e il mondo, guidaci alla pace e alla salvezza, anche quando tutto sembra crollare, come le torri fatte da mano d'uomo.Sappiamo che, se il nostro cuore confida in Te, nulla potrà farlo crollare.
Tu, nostro rifugio, nostra fortezza, fà che non restino confusi in eterno. Amen.
Giovanni Savigni