Convertirsi per Evangelizzare
a cura di padre Matteo La Grua

Costruire il Tempio di Dio
di Luigi Ricotta

La Vergine Immacolata

Il Natale di Gesù
di suor Maria Goretti

Torniamo a Betlem

Giubileo e Indulgenza Plenaria

L'angolo delle testimonianze
20 anni di cammino del gruppo "San Giuseppe"


CONVERTIRSI PER EVANGELIZZARE



Carissimi fratelli, nel numero di Novembre u.s. della nostra Rivista del Rinnovamento, c'è  un articolo a firma del Coordinatore Nazionale Salvatore Martinez, ben fatto, che prego di leggere: "Conversione, carismi, evangelizzazione."

Prendo spunto da questo articolo per ricordare l'importanza della conversione per chi, chiamato dallo Spirito, si mette alla sequela di Cristo e si prepara nei seminari di vita nuova alla preghiera d'Effusione, o per chi, dopo l'Effusione, vuole fare evangelizzazione. Conversione, effusione, evangelizzazione: un trinomio che dobbiamo avere davanti agli occhi sempre; perché vanno di pari passo e si richiamano a vicenda come la Triade santa: Fede, Speranza e Carità. La prima operazione che compie lo Spirito in quelli che chiama a credere in Cristo Signore e a seguirlo è la conversione. La conversione è il tocco divino che apre gli occhi della mente e punge il cuore: lo Spirito svela Cristo Verità, e nella Sua luce fa vedere a ciascuno il proprio peccato e l'infinita bontà di Dio che in Cristo ci invita a pentirci: muove potentemente il cuore, lo squarcia e invita chi è toccato a piegare le ginocchia e a dire: "Signore mio e Dio mio", "pietà di me, Signore, sono un peccatore". E' il primo passo. Appena tu chiedi il perdono, lo Spirito ti ricorda le parole del Padre Nostro:"rimetti a noi i nostri debiti, come (perché) noi li rimettiamo ai nostri debitori". Se vuoi essere perdonato, devi perdonare; se tu non perdoni gli altri, neanche Dio potrà perdonare te. Questo secondo passo è più difficile, ma è necessario per una vera conversione.


"Venne fra la sua gente, ma i suoi non l' hanno accolto.
A quanti però l 'hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio"

             (Giovanni     1,  11-12)

Se tu lasci operare io Spirito, Lui ti condurrà nella via dei sette perdoni. Devi scendere per questi sette scalini fino alla profondità del cuore e cacciare, via via , tutti i tuoi risentimenti, le tue riserve, le tue condanne, e sostituirli con il perdono e i sentimenti del Cuore di Cristo.                                                                                                                                                                                                                     Ecco i sette scalini del perdono: Padre, madre, familiari e parenti, amici e benefattori, nemici, te stesso, Dio. Non mi fermo a trattare dei singoli scalini, ma è necessario che tu ti fermi su ogni scalino, per ricordare e perdonare: lo Spirito ti aiuterà a ricordare e a perdonare. Soltanto quando il cuore è svuotato da tutti i rancori, i risentimenti, le acredini, i giudizi di condanna, l'odio tante volte celato o sopito, ma vivo sotto la pietra dello scalino, soltanto allora sei pronto a ricevere l'Effusione dello Spirito, che ti fa passare dalla signoria di te stesso alla Signoria di Cristo, operando la cosiddetta rivoluzione copernicana, per cui al sistema della rotazione del sole intorno alla terra, che è falso, subentra il sistema vero, la rotazione della terra attorno al sole. E' allora che si realizzano le parole: "Chi è in Cristo è una creatura nuova, le cose vecchie sono passate, sono nate delle nuove. Non ve ne accorgete?Il grave guaio dei nostri gruppi è la premura che abbiamo di dare, o meglio di pregare per l'Effusione dello Spirito, quando ancora il soggetto non è pronto. Lo Spirito spesso non scende perché non trova la conversione del cuore. Scende talvolta, provoca emozioni, ma si arresta; non scende in profondità, perché trova gli ostacoli. Le emozioni, le visioni gli stessi carismi, sporadici di profezia, di guarigione, ecc. non sono segni sicuri di un'avvenuta Effusione dello Spirito, che appunto ha come termine il cambiamento di sistema della vita, di rotazione attorno a Dio in Cristo Signore, sotto l'azione dello Spirito. I veri segni sono il cambiamento di mentalità, il nuovo modo di rapportarsi a Dio e al prossimo, il nuovo modo di pregare. Questa novità interiore comporta il graduale essiccamento dei frutti della carne e la graduale apparizione dei frutti dello Spirito nell'albero della nostra vita. L'Effusione vera porta inevitabilmente all'evangelizzazione, cioè all'annunzio di Cristo agli altri, perché gli altri credano e si convertano. Annunzio che viene fatto con la vita, attraverso la testimonianza audace e continua, attraverso la parola, in tutti gli ambienti in qui ci troviamo. I carismi sono ordinati all'evangelizzazione, ossia alla confessione che Cristo è il Signore; sono ordinati all'utilità comune, nella comunità della Chiesa, che è luogo di salvezza. Non sono doni coreografici, che danno onore alla persona o qualificano il gruppo di appartenenza, ma strumenti di salvezza, per noi e per i nostri fratelli.

                                                                             
                                                                                                                 
Padre Matteo La Grua



COSTRUIRE IL TEMPIO DI DIO



Quando Davide si accinse a costruire il Tempio al suo Dio aveva ancora l'animo ingombro dai peccati commessi nel suo passato. Non poteva, lui grande peccatore, essere degno di edificare un Tempio a Dio. Dio volle pertanto che a costruirlo fosse suo figlio Salomone, ancora non macchiato da colpe. Bisogna però tener presente che a decidere la costruzione era stato il padre Davide. Era un desiderio sincero e buono davanti a Dio. Per questo Dio gli consentì di compiere la funzione preparatoria. Raccolse con entusiasmo denaro, oro, argento, ferro, legname; fece istruire operai, artigiani, scalpellini (v. I Cronache :22). Tutti gli uomini hanno diritto di costruire un tempio a Dio, anzitutto nel proprio corpo. Ci sono però di quelli che non vanno al di là delle intenzioni (quando le hanno); ci sono di quelli che preparano qualcosa e poi non la usano e la lasciano perdere; ci sono quelli che costruiscono interamente il tempio, come fanno i Santi.
Tutti poi possono aiutare altri a costruire il proprio tempio personale. Un padre, ad esempio, può aiutare la moglie e i figli a costruire il loro tempio. Prepara loro il materiale. Lo fa in parte dando ai figli un corpo e nutrendoli. Può dare loro anche aiuto perché possano essere lindi e forti davanti al Signore. Non può costruire lui il loro tempio, ma aiutarli a costruirlo può: con l'esempio, con la preghiera, con l'aiuto nelle loro opere buone.
Ognuno può fare della sua casa un tempio; del luogo di lavoro un luogo di edificazione di anime. Ed anche il luogo in cui vive (condominio, città, nazione, il mondo intero) è un regno da edificare. E qui ognuno può essere, se non il Re che coordina, almeno l'operaio che prepara una o più pietre. La Città Santa di Dio è tutta un grande Tempio. Il Signore desidera che ognuno porti pietre, legna ed anche, qualche volta, l'oro di un'opera bella, l'argento di una rinuncia, il ferro e il legno di una sofferenza e di un'umiliazione accettata per amore di Gesù.
Possiamo portare aiuti ai bisognosi, libri per istruire o per pregare, parole buone a chi soffre, lacrime d'amore per l'acquasantiera, fiori per gli altari. Per tutti c'è spazio e occasione per edificare il Tempio di Dio.

                                                                                                                          Luigi Ricotta



LA VERGINE IMMACOLATA



« Se i venti della tentazione si alzano, se tu stai per urtare gli scogli delle tribolazioni, guarda la Stella, invoca Maria. Se sei sballottato dalle onde dell'orgoglio, dell'ambizione, del tradimento, della gelosia, guarda la Stella, invoca Maria. Se la collera o l'avarizia o i desideri impuri scuotono la piccola barca della tua anima, guarda Maria. Se, turbato dall'enormità delle tue colpe, confuso per la sporcizia della tua coscienza, agghiacciato dall'orrore al pensiero del giudizio finale, tu cominci ad essere inghiottito dal tunnel della tristezza e dall'abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angosce, nei dubbi pensa a Maria, invoca Maria. Ch'Ella non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore; per ottenere il soccorso della sua preghiera, non tralasciare l'esempio della sua vita. Se tu la segui, non devierai; se la preghi, non dispererai; se la consulti, non ti sbaglierai; se Lei ti conduce, non ti stancherai; se Lei ti è favorevole, tu arriverai alla meta! ».

                                                                                                    S.  Bernardo



« Maria prova più gioia nell'accordarvi le sue grazie, di quanto non siate voi solleciti a riceverle ».

                                                          S. Bernardino da Siena

« Maria ci ama incomparabilmente più di quanto non potrebbe alcuna madre della terra ».

                                                                                     
                                                                                                     S. Bonaventura


                               

« Andate a Maria; andate da questa incomparabile Madre e credete che Ella vi guarderà come il suo caro Figlio; vi considererà come la carne della sua carne, le ossa delle sue ossa. Vi guarderà come tanti Gesù sulla terra; l'amore che Ella ha per suo Figlio è la misura di quello che prova per voi ».
                                                                                                           Bossuet


« L'Ave Maria è una rosa vermiglia che si presenta a Maria, è una perla preziosa che le si offre, è una coppa di nettare che le si dona ».

                                                            S.Luigi Grignion da Montfort

« Maria è l'ospedale dei peccatori ».
                                                             
 S. Basilio


« Il cuore di Maria è così tenero per noi che i cuori di tutte le madri, riuniti in uno solo, non sarebbero che un pezzo di ghiaccio davanti al suo ».
                                                                                   
S. Curato d'Ars




« Quando lo Spirito Santo trova Maria in una anima le si comunica con più ardore e con più veemenza! ».

                               
                                                          S. Luigi Grignion da Montfort



« Io sono la madre di tutti gli uomini, poiché sono la madre di Colui che li ha creati. Quanto le anime riscattate al prezzo del sangue del mio Figlio mi sono costate, figlia mia! Quanto questo riscatto mi ha fatto soffrire!... Io sono il rifugio di tutti i peccatori, io sono la città del rifugio; anche i più grandi peccatori possono rifugiarsi in me; io non rifiuto nessuno; sono la consolazione degli afflitti. Tutte le afflizioni sono state in me. Ho ricevuto in me, alla morte di mio Figlio, tutte le afflizioni. Io so compatire tutti i dolori
».


                                                                    La Vergine Maria a Maria Lataste



« Per strappare dalla bocca di un cristiano una preghiera alla Santa Vergine, di cui questo cristiano ha l'abitudine, satana metterebbe in movimento l'inferno intero ».
                                                                             
                                                                                             
P. Desurmont



« Maria è la ministra di Dio nel ministero della bontà. Lei non condanna, non spezza, ma rianima e vivifica tutto ciò che le si presenta. L'amore delle madri ha dei limiti, il suo amore no ».

                                                 Bossuet

                                                           


IL NATALE Dl GESU'


Il Natale si avvicina. Prepariamo i nostri cuori per accogliere Gesù Bambino.
Gesù è venuto nel mondo perché ci ama e vuole abitare in noi. A cosa serve l'avere un bel Presepe ed una casa adorna di luci, fiori, regali e dolci se noi non ci incontriamo con il Signore, se non lo accogliamo come Re della nostra vita?
Gesù nella stalla era poverissimo; niente luci e sfarzo, ma era felice perché i cuori di Giuseppe e di Maria lo attendevano con amore e lo adoravano credendo in Lui.
La felicità di Gesù Bambino è il nostro amore. Come prepararci? Con la preghiera prima di tutto. Riflettiamo un pò sulla nostra vita quotidiana; chiediamo perdono a Gesù per tutti i nostri peccati. Confessiamoci! Se abbiamo qualche rancore cerchiamo di perdonare; se siamo stati disonesti o avari, o tiepidi nella pratica delle virtù e della preghiera, se abbiamo criticato, giudicato, mormorato, mentito, chiediamo perdono al Signore e riconciliamoci gli uni con gli altri. Il Signore, vedendo in un'anima il desiderio sincero di ripulire il cuore per accoglierlo degnamente, sarà felice, nella Notte Santa, di colmare tale anima di grazie e favori soprannaturali!
Il Natale è un giorno di gioia! Rallegriamoci nel Signore. E non dimentichiamo di visitare coloro che hanno bisogno di un sorriso, di un piccolo aiuto economico o di una buona parola. Che anche i poveri, gli anziani, i malati ed i carcerati possano trascorrere il Natale
nella gioia.

Tanti auguri a tutti!

                                         Suor Maria Goretti




TORNIAMO A BETLEM


Per celebrare degnamente il Natale è indispensabile tornare a Betlem anno zero.
Smettiamola cogli alberi e con i presepi sdolcinati, che son diventati giochi per bambini. Guardiamo invece intorno a noi, e dentro di noi soprattutto. Cosa succede attorno a noi?
Lotta per il potere in ogni campo: sovrastare gli altri! Cristo si umiliò e si fece obbediente fino alla morte di croce. Delitti a catena commessi dai singoli o da associati a delinquere; commessi da Stati, da popoli: Cristo è amore. Odio e guerre: Cristo è pace. Lusso sfrenato, ricchezze, sprechi: Cristo è povero. Si muore di fame: Cristo è carità e giustizia, spezzò il pane alla folla. Cosa succede dentro di noi? A che punto è la nostra fede, il nostro amore per i fratelli, la giustizia? Sfruttiamo i nostri simili, lavoriamo con coscienza? E la nostra moralità? Natale di Betlem! Che parola strana fra tanti alberi, pochi presepi, panettoni, regali superflui mentre intorno c'è chi ha fame, chi soffre…
Quale posto occupa nel cuore degli uomini oggi il Cristo di Betlem?
Solo in terra di Missione si rivive il Natale nella sua piena realtà. Capanne come quelle di Betlem ce ne sono a migliaia, anzi son tutte capanne ... Miseria come a Betlem, fame come a Betlem.
Li, tra i lebbrosi dalle carni a pezzi, tra i malati e gli affamati, Cristo di Betlem nasce ogni giorno. Lì davvero si fa uomo ad ogni istante.
                                                                    ………………..

Questa poesia a Babbo Natale è stata scritta da una bambina di nove anni, Laura Cannella. La publichiamo senza aggiungere alcun commento.

Caro Babbo Natale, quando ero piccina credevo
che tu portassi i doni ai bambini più buoni,
mentre ora vedo che ne porti molti,
molti di più ai bambini più ricchi
che talvolta sono più capricciosi di quelli poveri!
Ehi, là! Le faccende non vanno molto bene! Ciao.





GIUBILEO E INDULGENZA PLENARIA


Nell'approssimarsi del Giubileo si è parlato tanto di indulgenza plenaria, ma forse ancora in modo inadeguato.
L'indulgenza plenaria è una cosa troppo seria perché se ne possa parlare in termini semplicistici: è la
cancellazione totale di tutti i peccati della propria vita, la possibilità di andare, dopo la morte, direttamente in Paradiso!
Non ci si può illudere che questo
enorme beneficio si possa ottenere solo con l'osservanza formale di alcune regolette (confessione, comunione, un Pater, Ave e Gloria secondo le intenzioni del Papa, ed è tutto). Sarebbe troppo comodo! E' bene che i cristiani conoscano le vere condizioni preliminari per ottenere l'indulgenza plenaria. Le ricaviamo dal Manuale delle indulgenze, Norme e Concessioni pubblicato a seguito della riforma della Indulgentiarum Doctrina, operata dal Papa Paolo VI nel 1967, e tuttora in vigore.
Riportiamo tra virgolette e in corsivo le parti prese integralmente dal documento vaticano:
"Il fine che l'Autorità ecclesiastica si propone nella elargizione delle indulgenze, è non solo di aiutare i fedeli a scontare le pene del peccato, ma anche di spingere gli stessi a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità, specialmente quelle che giovano all'incremento della fede e al bene comune".
"Se poi i fedeli offrono le indulgenze in suffragio dei defunti, coltivano in maniera eccellente la carità e, mentre elevano la mente al cielo, ordinano più saggiamente le cose terrene".
"…Pertanto l'uso delle indulgenze eccita efficacemente alla carità e la fa esercitare in modo eminente, allorché viene offerto un aiuto ai fratelli che dormono in Cristo".
"Parimenti il culto delle indulgenze ridesta la fiducia e la speranza di una piena riconciliazione con Dio Padre".
"Le indulgenze,... sebbene siano delle elargizioni gratuite, sono tuttavia concesse sia per i vivi che per i defunti solo a determinate condizioni. . . che il fedele. . . ami Dio, detesti il peccato, riponga la sua fiducia nei meriti di Cristo e creda fermamente nel grande aiuto che gli viene dalla comunione dei Santi. . ."
    "La Santa Madre Chiesa.. . non intende assolutamente diminuire il valore degli altri mezzi di santificazione e di purificazione ed in primo luogo del sacrificio della Messa e dei sacramenti, specialmente del sacramento della penitenza. Né vuole diminuire l'importanza di quegli aiuti abbondanti che sono i sacramentali  e delle opere di pietà, di penitenza e di carità".

Nelle note introduttive al documento si precisa infatti che il principio ispiratore della riforma è stato "di dare maggiore respiro alla vita cristiana e di educare, più che alla ripetizione di formule e pratiche, allo spirito di orazione e di penitenza e all'esercizio delle virtù teologali"; ciò perché "le mutate condizioni dei tempi sembrano particolarmente adatte non  solo per aiutare i fedeli a soddisfare le pene dovute ai loro peccati, ma anche e soprattutto per spingerli ad un maggiore fervore di carità".

                                                                                      (Note previe, nn. 2 e 4, passim.)


"L'indulgenza plenaria può essere acquistata una sola volta al giorno".
      "Per acquistare l'indulgenza plenaria, oltre l'esclusione di qualsiasi affetto al peccato anche veniale, è necessario eseguire l'opera indulgenziata e adempiere tre condizioni: confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice".

Quest'ultima consiste nel recitare, secondo le intenzioni del Papa, un Padre nostro e un'Ave Maria; tuttavia "è lasciata libertà ai singoli fedeli di recitare qualsiasi altra preghiera secondo la pietà e la devozione di ciascuno".

Riassumendo, le condizioni preliminari essenziali per ottenere l'indulgenza plenaria sono: il pentimento autentico delle colpe commesse, il rifiuto del peccato, il cambiamento di vita. Diversamente l'indulgenza potrà essere solo parziale.




L'ANGOLO DELLE TESTIMONIANZE



20 anni di cammino del Gruppo
"S GIUSEPPE"


"Voglio ricordare i benefici del Signore, le glorie del Signore, quanto Egli ha fatto per noi.
Egli è grande in bontà per la casa d'Israele. "Egli ci tratta secondo il suo amore, secondo la grandezza della sua Misericordia. Certo essi sono il mio popolo". (Is.
63,7).
Il nostro gruppo nasce dal nulla, come tutte le cose di Dio. Dio si è servito di un piccolo gruppo di persone; tra loro non c'erano né dottori né sapienti, ma persone semplici che avevano fatto l'esperienza della potenza salvifica della preghiera di lode e dell'amore di Dio. Come sta scritto: "Ti rendo lode o Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelato ai piccoli" (Mt. 11,25). In poco tempo i nostri incontri di preghiera hanno attirato molti fratelli e sorelle, derelitti del popolo, gli ultimi, ciascuno con una sua storia ed un suo dramma di vita, ma tutti assetati e stanchi, che trovano nella preghiera comunitaria e nella parola di Dio l'acqua viva che disseta e ristora. Il gruppo nasce e cresce tra mille difficoltà ed insidie, prima tra tutte l'indifferenza e i pregiudizi di molti; ci hanno chiamato folli e, con un tono di disprezzo, i carri armati; ma di tutto questo noi abbiamo gioito perché di essere i folli di Cristo, siamo stati fieri, e le nostre uniche armi sono state le preghiere e i sacramenti. Il Signore, dopo averci fatto uscire dall'Egitto, ci ha condotti passo passo senza mai abbandonarci e ci ha nutriti abbondantemente con la sua parola, vero cibo spirituale. Malgrado tutto non sono mancati i momenti di smarrimento, di stanchezza e ribellione. Quanta grazia, quanta parola di Dio è scivolata nell'indifferenza e quanti fratelli si sono smarriti lungo questi anni; ma Tu, Signore, sei sempre stato con noi a rinnovare la tua alleanza; ci hai detto: "IO VI AMO, VOI MI APPARTENETE; SE DOVRETE ATTRAVERSARE LE ACQUE IO SARO' CON VOI, NON TEMETE".
In questi 20 anni siamo stati testimoni di meraviglie; cuori che si sono aperti ad una nuova vita; corpi risanati, ma anche ammalati che hanno accettato come un dono la sofferenza, considerando un vero privilegio poter partecipare e completare nel proprio corpo la sofferenza di Cristo; moribondi che hanno accettato con rinnovato amore Cristo, famiglie che hanno donato i loro beni per amore di Gesù liberatore del mondo e per il bene dei fratelli.
La più autentica testimonianza siamo tutti noi qui presenti per festeggiare questa importante tappa del nostro cammino, noi che nel R.N.S. abbiamo imparato a pregare, ad amare ed a perdonare,     

ABBIAMO IMPARATO A VIVERE!

28 Novembre 1999

AMEN! ALLELUIA!

                                                  Giovanna Mortillaro




NOTIZIE IN BREVE


Si svolgeranno regolarmente, a Margifaraci , secondo il programma già da noi pubblicato, la serata di giubilo per i giovani (mercoledì 29 dicembre, ore 21 -22,30) e il pomeriggio per i bambini (domenica 26 dicembre ore 15 - 17).


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E' uscito un nuovo libro di P Matteo La Grua: DALLA TERRA AL CIELO (trascrizione di omelie e insegnamenti tenuti dal nostro P. Matteo a Margifaraci), a cura di Salvatore Li Bassi e di Pino Campodonico.


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Mercoledì 15 dicembre 1999, è stato. ospite del Gruppo "Sacro Cuore alla Noce" Padre Petar Ljubicìc O.F.M. da Medjugorje, che ha pregato con noi e ha presentato il suo libro: E' TEMPO DI GRAZIA, convertiamoci e crediamo, preghiamo e adoriamo Gesù! Ed. Shalom.


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La preghiera di Natale di quest'anno, a Betlemme, sarà guidata da P. lOZO. Animerà, con i canti, preghiere il nostro fratello Agostino Ricotta, coi giovani del suo gruppo di Medjugorje. I canti saranno intervallati da recite di brani di Salmi suggeriti dalla nostra sorella salmista Emanuela Di Liberto, secondo il modello di Presepe salmodiato da lei sperimentato a Palermo l'anno scorso.                                                                                               
                                                                 
                                                                                                                                         Luigi Ricotta

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