|
CRISTO TERAPEUTA
Questo è il tema centrale che Rev. Padre Matteo La Grua ha affrontato nel corso della settimana di spiritualità che si è tenuto nell'Oasi francescana a Pergusa dal 17 al 22 Agosto c. a . Quante volte sentiamo il bisogno di trovare un po' di pace, di pregare con cuore sincero, di stare in comunione con i fratelli e riconciliarci con Dio! E quante volte cerchiamo di dare una risposta alle nostre sofferenze e alle nostre malattie! Ebbene, l'esperienza che ho vissuta a Pergusa, ascoltando gli insegnamenti di Padre Matteo La Grua su l'uomo malato, il medico divino, la terapia di Gesù, è stata straordinaria per i benefici che ne ho ricevuti nel corpo e nello spirito. Ma anche le sue preghiere hanno toccato il mio e il cuore di tutti, hanno risvegliato nuove speranze, spezzato il velo della cecità, hanno aperto nuovi orizzonti, abbattuto barriere insormontabili e sciolto cuori induriti. Egli ha parlato di un Cristo che vive in mezzo agli uomini, conosce le loro sofferenze e se ne prende cura, consola gli afflitti, usa la tenerezza della sua misericordia, ma guarisce solo chi ha coscienza della propria malattia e desidera ardentemente essere guarito. Cristo è il nostro buon samaritano che carica sulle sue spalle l'ammalato, lo fascia e lo cura con amore. Molti sono malati e non lo sanno, vivono nel dolore, piangono e si disperano, corrono qua e là e non trovano sollievo alle loro pene. Spesso si affidano a pseudo-guaritori perché non sanno capire che il Medico Divino è dentro di loro. Ma perché cercare lontano da noi Colui che invece ci sta vicino, ci ama di un amore grande e sana le nostre ferite? - ha sottolineato con forza padre Matteo. Gesù è il nostro Terapeuta; non passa giorno che Egli non visiti il nostro corpo e non tolga le spine che si sono conficcate nell'anima nostra. E Lui che riporta il sorriso sulle nostre labbra, ci riconcilia col Padre, profuma le nostre piaghe con i suoi baci. Tutti siamo ciechi, lebbrosi, paralitici, sordi e muti, tutti abbiamo bisogno dell'intervento del Medico Divino, dobbiamo soltanto riconoscerlo. Allora Gesù ci verrà incontro, ci sosterrà con le sue braccia e ci farà entrare nella sua clinica. Per il ricovero, le visite, le analisi e le terapie non pagheremo nulla, perché Cristo stesso è il nostro Primario e la nostra medicina. Nessuna malattia può colpirci a morte se sappiamo veramente ammettere che siamo malati e desideriamo guarire, diversamente Gesù non può guarirci. Spesso pensiamo che sono gli altri i malati perché siamo orgogliosi, abbiamo la lebbra addosso; tutti se ne accorgono, ma noi continuiamo a rimanere ciechi. Siamo superbi, ma Cristo vuole trovare un cuore semplice, umile, disposto ad accogliere il suo intervento per operare la guarigione. Dobbiamo rientrare in noi stessi, indagare sulle cause della nostra infelicità, scandagliare palmo per palmo la nostra interiorità per rivedere tutte le meschinità, le debolezze, l'odio, il rancore, la maldicenza, la lussuria, l'orgoglio, falsi valori che logorano l'esistenza e procurano spesso malattie inguaribili. Se poniamo nelle mani di Gesù i nostri vizi, i piaceri della carne, l'attaccamento alle cose terrene, Lui con la sua parola purificherà i nostri cuori e con l'acqua del suo costato spazzerà via i nostri mali. In un mondo che soffre e non trova riparo Gesù si fa. Salvatore, cammina tra la gente senza fare rumore, tiene compagnia all'anima, la consola, lenisce i suoi affanni e la protegge dal nemico. Se gli uomini sapessero quante malattie potrebbero evitare solo che riconoscessero Cristo come unico loro guaritore! Se osservassero attentamente i suoi consigli, se prendessero le sue medicine e ascoltassero il suo insistente invito: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed io vi ristorerò", allora conoscerebbero la gioia di essere liberi, an drebbero a bere alla sorgente della vita, conoscerebbeto la verità e purificherebbero il corpo, la mente e lo spirito. La fonte del dolore, ha ripetuto più volte Padre Matteo, è il peccato che ci tiene incatenati alle seduzioni del mondo, dal quale spesso non vogliamo guarire perché ci fa comodo stare ancora nella situazione nella quale ci siamo venuti a trovare. Se riusciremo a fissare gli occhi di Gesù, il peccato si frantumerà, il nostro corpo all'improvviso rifiorirà e il nostro volto risplenderà, lo spirito esulterà di gioia e l'anima canterà inni di lode e di ringraziamento a Colui che guarisce. Perché Gesù guarisce? Perché i suoi occhi hanno una medicina prodigiosa. Egli riesce ad accendere in noi un faro di luce con cui possiamo vedere tutte le nostre iniquità. Siamo stati sordi, muti, ciechi, lebbrosi, paralitici e non lo sapevamo; ma appena Gesù si è calato nella nostra vita con la sua luce miracolosa siamo usciti dalle tenebre della morte e siamo diventati luce. Gli insegnamenti di Padre Matteo hanno operato un cambiamento straordinario in noi; abbiamo cominciato a guardare con occhi nuovi al nostro passato e abbiamo visto finalmente con la luce dello Spirito Santo su tutta la nostra miseria. Siamo stati immersi dalla sua preghiera "profonda" in un bagno di luce, ognuno ha potuto riconoscere il proprio peccato, si è sentito come strappato dalla fossa nella quale era caduto e ha cominciato a guardare verso l'alto, ricevendo la consolazione di Cristo e la sua amabile tenerezza. Il Buon Pastore ci faceva uscire dalla valle del peccato e ci conduceva per una strada di grazia e di luce verso la terra promessa. Per un attimo ci siamo sentiti in cielo, anche quei cuori che erano ancora di pietra si scioglievano come rugiada al sole. Ora finalmente potevamo vedere la fonte del nostro peccato la roccia della nostra salvezza. Sono stati giorni davvero straordinari di preghiera, di consolazione, di fraternità, di condivisione, di conversione e di amore. Gesù ci diceva con cuore aperto: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi" e i nostri cuori si spalancavano alla grazia e riprendevano un cammino di salvezza. - Tutti ora conoscevamo le radici dei nostri mali, ma avevamo la medicina per estirparli, Gesù era entrato dentro di noi e sanava le nostre ferite con la sua parola, il suo sangue e i suoi precetti. Ci ha ricevuto in una clinica speciale, ha messo il suo abito bianco, ci ha visitato uno per uno, ci ha curati con pazienza e guariti con amore. A fianco di Lui stava il suo assistente, Padre La Grua, che ha presentato con amore filiale e paterno tutti i suoi cari ammalati a Colui che solo poteva guarirli.
Salvatore Li Bassi
|
|