L’animazione della preghiera nei gruppi RnS

Pregare nello Spirito di padre Marcello Montanari

 

Troppi fratelli e sorelle, dopo anni di Rinnovamento, non hanno ancora compreso che cos'è una preghiera "carismatica" Suscitata dallo Spirito

Quali sono le sue caratteristiche?

Preghiera carismatica e preghiera di lode sono la stessa cosa?

Perché è difficile arrivare alla preghiera ispirata?

 

Mi limiterò all'animazione della preghiera nei nostri gruppi senza approfondire il significato di che cose è un animatore, dei suoi compili e delle sue responsabilità. Svilupperò il tema in due parti:

- Che cos'è la preghiera carismatica nei gruppi del Rinnovamento;

- Qual è il compito degli animatori della preghiera: i difetti da evitare e i suggerimenti pratici.

 

Caratteristiche della preghiera carismatica nei gruppi del Rinnovamento

Già la preghiera carismatica in quanto tale è un dono dello Spirito Santo. E lo Spirito Santo che permette al cristiano di rivolgersi a Dio Padre come un figlio. Preghiamo da figli perché è lo Spirito Santo che ci fa pregare col cuore stesso di Gesù e, in Gesù, ci introduce nel perenne dialogo d'amore tra lui e il Padre, nella festa della famiglia trinitaria. Se ogni battezzato, ogni cristiano che vive in grazia, è chiamato a questo, tanto più nei gruppi di preghiera il maestro e la guida è lo Spirito Santo. Nessuno può dire: 'lo vi insegno a pregare!". La preghiera è un dono che lo Spirito Santo suscita nel cuore (lei fedeli con un tocco, un impulso caratteristico che solo lui conosce, perché conosce il cammino di ogni fratello e dei diversi gruppi del RnS. Allora, cosa c'è di nuovo nella preghiera carismatica? Cosa c'è di specifico nei nostri gruppi. Prestate attenzione alla formulazione teologica. È necessario essere esatti.

Lo Spirito Santo è la guida e il motore della preghiera il suggeritore e l'ispiratore della preghiera perché illumina l'intelligenza e muove il cuore e i suoi affetti.

Questo perché la preghiera deve essere anche un atto pienamente umano oltre che suscitato dallo Spirito. Ed è giusto! Come è giusta questa preoccupazione dei filosofi e dei teologi. Uso cuore e intelligenza, ma non mi accontento di usare solo la mia intelligenza e le mie facoltà umane per lodare e ringraziare il Signore. Le mie facoltà, lasciate a se stesse, sono pur sempre inadeguate al compito. Via, via che sotto lo stimolo della grazia cresco nella preghiera mi accorgo che per fare l'esperienza filiale con Dio occorre dilatare il mio cuore e il mio essere all'infinito, fino a portarlo alle altezze divine. E avverto che è Dio stesso che vuole questo da me, perché mi ama pienamente e mi vuole fare felice. Non rinuncio all'intelligenza (e così filosofi e teologi sono contenti), ma dopo che ho scoperto la mia povertà e i miei limiti, saggiamente comincio a invocare lo Spirito: "O Santo Spirito, Spirito del Padre e del Figlio, tu che sei sapienza infinita, pienezza d'amore e gioia perfetta nella Trinità divina, prendi la mia intelligenza e la mia volontà; riempi il mio cuore dite, dilatalo con la forza del tuo amore perché io possa pregare con il tuo stesso amore, che arde eternamente nella trinità divina, perché io possa pregare con il cuore stesso di Gesù, perché io possa dire la Parola che è degna del Padre e che è il sì eterno di Gesù...". E così di seguito.

Questo atteggiamento predispone l'animatore e il gruppo a vivere la preghiera in un clima carismatico e pentecostale.

Tutta questa premessa non è di secondaria importanza. Un gruppo che vuole essere gruppo di Rinnovamento nello Spirito non può accontentarsi di una qualunque preghiera spontanea, ma deve tendere ad una preghiera nello Spirito fatta secondo la spiritualità del Rinnovamento stesso. Altrimenti si perde lo specifico che lo Spirito Santo ha voluto donare suscitando nella Chiesa questa corrente di spiritualità. I nostri gruppi devono sapere bene che non basta leggere e meditare brani della Bibbia, fare preghiere spontanee e cantare canzoni gioiose. Tutto questo deve essere inserito in un'atmosfera pentecostale dove tutto l'uomo, anche il suo corpo concorre a lodare Dio.

 

Come si configura una preghiera carismatica?

 

Come preghiera di lode! Una lode è liberatoria, ci libera dai legami e dai condizionamenti i terreni e psicologici; ci libera dal nostro io per proiettarci totalmente e radicalmente in Dio in modo disinteressato e gratuito (basta pensare ai salmi): "Ti lodo Signore perché sei il mio Dio!".

Le nostre comunità carismatiche si qualificano come comunità di lode. Ma come deve essere questa lode'? Deve essere comunitaria, cristocentrica, ispirata dallo Spirito Santo.

 

Una lode comunitaria

La lode non solo ci proietta in Dio liberandoci dal ripiegamento Su noi stessi, ma anche seguo di unità e stimolo all'apertura verso i fratelli. Non posso lodare Dio se c'è unità dentro di me e con la comunità. Molto efficace a questo proposito è il canto, soprattutto il canto in lingue. Occorre 'creare nell'assemblea un cuore solo in Cristo Gesù. Allora si crea l'amore, cioè il campo adatto dove lo Spirito può far fiorire tutti i suoi doni e i suoi carismi. La lode è comunitaria non solo perché fatta insieme ma perché, lodando e aprendo il cuore a Dio, i fratelli si arricchiscono gli uni gli altri nella carità, scambiandosi l'amore di Dio. Allora la comunità diventa anche un sostegno e uno strumento di crescita, soprattutto quella dove conduciamo la nostra vita.

Girare nei vari gruppi può arricchire l'esperienza, ma se non viviamo attivamente in una comunità può essere evasione, tentazione, segno di aspettative umane andate deluse e questo girare può bloccare il nostro cammino. Abbiamo bisogno di una comunità che ci sorregga e ci conduca. Generalmente è proprio quella dove Dio ci ha messo ad operare. Questo vale anche per gli animatori, non solo perché veglino sui fratelli ma anche perché loro stessi siano contenti anzitutto della loro comunità e ringrazino Dio per essa così com'è... Gli animatori si devono sentire parte della Comunità come si sentono parte di Cristo. Solo così cresce in loro la carità e il desiderio di favorire anche nella preghiera la lode e il manifestarsi di lutti i carismi, senza sostituirsi ai fratelli o alla comunità stessa.

 

Una lode cristocentrica

Significa mettere Gesù al centro della nostra lode. Questo è il segno che ci stiamo liberando dal nostro io e che Gesù è il Signore di tutta la nostra vita, non solo durante la preghiera. Talvolta, anche inconsapevolmente, si sentono preghiere di fratelli che ruotano attorno al loro io...:

"Ti lodo e ti ringrazio Signore perché io" (e giù una sfilza di miracoli!). No! Bisogna dire: ti lodo Signore perché tu sei entrato nella mia povertà" o come S. Francesco: "Chi sono io Signore e chi sei tu? Mio Dio e mio tutto" o come S. Veronica Giuliani: "Ti lodo Signore perché io sono niente e tu sei tutto!". Solo mettendo Gesù al centro si vince l'individualismo e si comincia a passare dall'io al tu di Gesù e poi dall'io al noi della comunità unita nell'amore di Gesù. Gli animatori della preghiera devono osservare questo atteggiamento di povertà perché non si sostituiscano alla guida dello Spirito Santo e alla centralità di Gesù.

 

Una lode ispirata

Se si vuole maturare e crescere occorre superare la fase della lode disorganica, della lode che si svolge in modo slegato, frammentario senza seguire un tema ispirato e preciso. Se è lo Spirito Santo l'ispiratore della preghiera carismatica occorre abbandonarsi a lui ed educarsi all'ascolto con le orecchie del corpo e "del cuore". Lo Spirito Santo ispira la preghiera e la lode tramite la Parola di Dio e la preghiera. E la comunità deve seguire il filo del discorso ispirato dallo Spirito, che è ordine e armonia e guida il gruppo su un tema o pochi temi precisi per ogni incontro. Spesso la preghiera si svolge senza che neppure ci si accorga del tema che lo Spirito ha suggerito. Questo tema spesso nasce con la preghiera di apertura o con il primo brano scelto dall'animatore o addirittura con il canto iniziale scelto da chi è preposto al ministero del canto. Ma se non ci si accorge del tema, come si può rimanere "sul" tema'? I fratelli della comunità non riescono a seguire il filo del discorso e ad abbandonarsi allo Spirito Santo che guida armoniosamente l'orchestra. In tal caso gli interventi di preghiera, di lettura della Parola di Dio e, in particolare, le profezie, non vengono dallo Spirito: sono soltanto personali, pie esortazioni di questo o quel fratello.

 

Perché è difficile arrivare alla preghiera ispirata?

Persiste ancora un atteggiamento individualistico. I fratelli sono più preoccupati di portare se stessi e i propri bisogni piuttosto che abbandonarsi allo Spirito e lasciarsi trasformare da lui. Questo significa chiusura all'irruzione dello Spirito. Per verificare questo basta vedere come nei gruppi si accoglie e ci si sofferma sulla Parola di Dio e sulla profezia. Perché l'incontro abbia una fisionomia carismatica occorre che il gruppo si soffermi a lungo sul tema ispirato dallo Spirito Santo. Quindi poca Parola, ma assimilata, pregata, accolta. E tutti devono entrare e rimanere sul tema per tutto il tempo che dura l'ispirazione.

Uno dei compiti dell'animatore è quello di far camminare il gruppo sul binario voluto dallo Spirito Santo e sapervelo ricondurre quando qualche fratello interviene con preghiere non pertinenti al tema proposto. E inutile lodare Dio per i fiori e le stelle (o altro), quando Dio stesso ci sta donando una Parola di salvezza che può illuminare tutta la nostra vita. È fuori luogo intervenire con un tema o una lettura della Parola di Dio diversa, quando il tema precedente non è stato ancora assimilato dalla comunità. Leggere troppi brani è come viaggiare in treno: si vedono passare velocemente le cose ma non sappiamo come sono fatte...

 

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