E' probabilmente il più spettacolare e il più controverso tra i doni dello
Spirito.
D'altra parte ha un solidissimo fondamento biblico e non solo, anche
storico, se gli studi di McDonell-Montague e di Bentivegna in Italia
dimostrano, come dimostrano, che la manifestazione del dono delle lingue era
comunemente attesa al momento della ricezione del Battesimo degli adulti
almeno fino al V secolo (ma ci sono diverse attestazioni che dimostrano che
questo dono non sia mai sparito del tutto, si dice tra gli altri che lo
avessero S. Francesco, S. Filippo Neri e il curato d'Ars).
Se avete mai partecipato ad una preghiera carismatica avete probabilmente
un'idea di ciò che intendo dire, se non lo avete mai fatto fatelo, perché il
momento in cui un'intera assemblea canta in lingue e' un momento
assolutamente commovente e di altissima spiritualità, d'altra parte e'
davvero difficile spiegare cosa e' il dono delle lingue a chi non lo ha mai
sentito esercitare.
Dunque, cosa e' il dono delle lingue?
Innanzitutto bisogna distinguere, ci sono alcuni che pensano che si tratti
di vere lingue effettivamente esistenti (soprattutto questa e' l'opinione
dei nostri fratelli protestanti), personalmente però non credo questo.
E' vero che mi e' capitato a volte di udire singole parole appartenenti a
questa o quella lingua, soprattutto Greco o Ebraico, ma mai ho sentito in
queste due lingue (che un po' ho studiato) una frase di senso compiuto.
Del resto i fonemi si presentano in una successione e in una cadenza tale
che difficilmente farebbe pensare ad un linguaggio.
Sono piuttosto propenso a credere che sia una forma di comunicazione
pre-verbale e pre-concettuale, come quella dei bambini di circa un anno di
età, come se la preghiera salisse a Dio direttamente senza la mediazione del
cervello o dell'umanità', il che spiega perché quando noi ne parliamo
attribuiamo a questo dono le espressioni paoline dello Spirito che prega in
noi con gemiti inesprimibili.
Per così dire e' il momento in cui davvero l'io lascia lo spazio allo
Spirito che prega in noi ed infatti avviene generalmente in momenti di
profondo abbandono interiore.
S. Ignazio di Antiochia in una delle sue lettere ha una enigmatica
espressione: "c'e' in me un'acqua viva che mormora: vieni al Padre", credo
che queste sue parole spiegano bene cosa e' il dono delle lingue, e' come
un'acqua zampillante dentro di noi, che in realtà c'e' sempre, fin dal
momento del battesimo, ma e' come una fonte coperta da una botola, il
carisma delle lingue consente di scoperchiare questa botola e di attingere a
questa fonte tutte le volte che si vuole.
Cos'e' questa fonte?
Chi ne fa esperienza non ha dubbi: e' davvero lo Spirito che prega in noi.
Va detto che non e' tuttavia qualcosa che accade nell'uomo senza la sua
cooperazione e se la prima volta si manifesta in maniera prepotente e
incontrollata, di solito e' un dono affidato alla mia libertà che io posso
scegliere di usare o non usare e quando lo si usa solitamente si rimane
perfettamente padroni di sé e coscienti della realtà circostante, non e'
perciò in alcun modo assimilabile ad uno stato di trance o ad una condizione
più o meno estatica, ne' proviene dalla suggestione emotiva della preghiera
comunitaria, giacché può accadere di pregare in lingue anche in perfetta
solitudine (e a volte anche in situazioni imbarazzanti, io ho sentito la
preghiera in lingue salirmi sulle labbra e ho dovuto reprimerla molte volte
in circostanze davvero poco opportune).
Questo dono porta con sé una grande grazia, innanzitutto ha una
straordinaria efficacia di liberazione interiore e di guarigione di certe
profonde ferite dell'anima, perché, io credo, saltando la mediazione
concettuale, e'come se tutto il mio essere si accordasse, coe un violino, in
sintonia sulla preghiera, nasce così una grande unità interiore, che produce
pace e crea l'ambiente favorevole alle grandi decisioni della vita.
Ormai non inizio mai una preghiera liturgica (anche fuori da un contesto
carismatico) senza raccogliermi un attimo e pregare in lingue, perche' e'
come se predisponessi così tutto il mio essere alla preghiera.
Molte volte poi, soprattutto pregando sulle persone o per certe situazioni
specifiche accade di non sapere con certezza cosa chiedere al Signore, ecco
perché in quei casi ci affidiamo allo Spirito, lasciando che sia Lui a
pregare in noi, perché Lui certo sa cosa e' meglio chiedere.
Nelle preghiere di guarigione e di liberazione poi la preghiera in lingue ha
una efficacia particolare. Soprattutto nelle preghiere di liberazione,
allora il dono delle lingue assume una forma insolita, mentre di solito si
manifesta come una canto molto dolce, in quei momenti assume un tono
fortemente assertivo e di autorità, a volte di aperto rimprovero.
Sappiamo che il diavolo non sopporta questo, soprattutto credo, perché a lui
questo dono, questa immediata comunicazione con Dio, e' negata (come a tutti
gli angeli del resto) e vederlo condiviso da noi che siamo meno di niente lo
fa letteralmente impazzire.
Va detto infine che e' il dono più comune, nella nostra esperienza dobbiamo
dire che almeno il 90% dei battezzati lo condividono, ed e' molto raro che
quando si riceve una preghiera di effusione questo dono non si manifesti.