La tecnica dei demoni - San Evagrio Pontico

 

Sant’ Evagrio Pontico

  

 

I demoni combattono con gli uomini in modi diversi e ciascuno di questi modi dipende dalla condizione del singolo.  Evagrio descrive due tecniche fondamentalmente differenti: la lotta che si svolge per mezzo delle cose e delle situazioni reali e la lotta che si svolge mediante i pensieri e le immagini di fantasia.  

Le cose esteriori possono costituire una tentazione per l'uomo: con il denaro il "demone dell'avarizia" tenta l'uomo, anche se il denaro di per sé non è un male; i sentimenti che il denaro provoca nell'uomo, invece, possono essere suggeriti dal demone dell'avarizia. In modo simile accade anche con altre cose.

Un incidente, ad esempio se si rompe un attrezzo, è un fatto assolutamente normale, ma la reazione successiva può essere provocata da un demone. Se si reagisce in modo irato, per i monaci è il "demone dell'ira" che ci assale di soppiatto.

Se si inciampa in un ostacolo, l'ostacolo potrebbe essere stato messo sul mio cammino da un demone per mettermi di cattivo umore o per tenermi lontano dal realizzare un certo progetto. Le cose non sono diaboliche in sé, ma possono provocare in me delle reazioni, che minano il mio equilibrio e mi spingono a pensare e agire in una certa direzione. 

Decisiva è sempre la reazione dell'uomo agli eventi esteriori: se reagiamo lasciandoci trascinare dalle passioni, allora ci lasciamo influenzare dai demoni. Se consideriamo le cose alla luce dei nostri desideri e delle nostre emozioni, se gettiamo le nostre proiezioni sulle cose, allora i demoni agiscono su di noi mediante le cose, ci ingannano e ci tengono prigionieri con le cose.

Se, invece, consideriamo le cose e gli altri avvenimenti esteriori alla luce di Dio, da Lui donati e offerti a noi, allora tutto contribuisce alla nostra salvezza.  

Oltre a far uso di oggetti e avvenimenti, spesso i demoni utilizzano anche altri uomini.  

Anche qui dipende dalla nostra reazione, se permettiamo che i demoni ci rendano inquieti e ci spingano alla rabbia e all'ira, o se riusciamo ad accettare l'altro così com'è. In quest'ultimo caso manteniamo l'equilibrio e l'altro non ci turba per niente.   I demoni combattono prevalentemente facendo leva sui pensieri.

I pensieri sono immagini degli oggetti del mondo esterno create dall'intelletto. I demoni, quindi, non sono in grado da sé di suscitare pensieri nella mente umana, ma possono solo agire sui collegamenti a cose o persone viste o percepite almeno una volta.

Evagrio spiega il fenomeno in questo modo:  

Tutti i pensieri di origine demoniaca introducono nell’anima rappresentazioni di oggetti percepibili. E l'intelletto, che ha subito l'impressione da tali rappresentazioni, porta in sé le forme di tali oggetti e così riconosce mediante l'oggetto stesso il demone che gli si avvicina.

Per esempio, quando nei pensieri mi appare il volto del confratello che mi ha offeso o urtato, questo è un segno del fatto che vengo afflitto dal pensiero dell' amarezza provata. O quando si pensa alla ricchezza o all'onore, allora nell’oggetto si riconosce colui che ci opprime.

In modo simile accade anche con altri pensieri: dall'oggetto scoprirai quale demone risiede in te e suscita in te le immagini corrispondenti.

Quali che siano le cose o le persone che si presentano al nostro spirito, lì i demoni possono esercitare la loro influenza.

Se ci chiediamo perché pensiamo proprio a un determinato avvenimento, spesso non troviamo una risposta. Semplicemente il pensiero si presenta a noi. Alcuni pensieri sembrano sterili, in quanto producono in noi uno stato d'animo di rabbia o ira.

Per Evagrio, questo è sempre il segno che un demone ha instillato in noi un tale pensiero.

Evagrio afferma che non tutti i pensieri sono prodotti dai demoni, anzi alcuni hanno origine dall'uomo stesso, «ma i ricordi che in modo smisurato portano con sé ira o brame» hanno origine dai demoni.

Evagrio fornisce qui una risposta alla difficile questione della provenienza dei nostri pensieri: quelli positivi e utili vengono prodotti dagli angeli, quelli dannosi dai demoni. I pensieri influenzano lo stato d'animo e tutta la condotta dell'uomo, perciò è importante distinguere fra i pensieri che possiamo lasciar entrare in noi e quelli che si devono combattere ed eliminare.  

I ricordi sono una delle forme che i pensieri possono assumere. Proprio attraverso il ricordo della vita passata i demoni possono indurre in tentazione molti uomini, risvegliando insieme ai ricordi sentimenti e atteggiamenti passati. Un ricordo connotato emotivamente trova la sua causa in un'esperienza del passato legata a emozioni forti:  

Se ricordiamo qualcosa in modo appassionato (connotato emotivamente), questo significa che abbiamo vissuto con passione l'esperienza che ha provocato il ricordo.

E viceversa: ciò che viviamo con passione lo ricorderemo con altrettanta passione (empatheia).  

Esperienze che richiamano nell'uomo emozioni violente hanno un effetto distruttivo su di lui, se non vengono rielaborate.

I demoni tengono aperte le ferite del passato e mediante il ricordo risvegliano sempre emozioni dannose, soprattutto l'amarezza, la tristezza e lo scoraggiamento.  

Nella lotta contro gli uomini, i demoni utilizzano immagini di fantasia e oniriche, visioni e allucinazioni. Dipende da quale parte dell'anima intendano attaccare.  

Il sogno è una delle porte d'accesso preferite dai demoni, perché le immagini che vengono richiamate in sogno perdurano nell'uomo anche durante la veglia. Quando i demoni simulano in sogno adunate di amici, abbuffate insieme a parenti e schiere di donne, allora il mattino successivo l'uomo è colpito proprio nella parte dell'anima collegata alla concupiscenza, mentre la passione si è rinforzata.

Suscitando immagini di animali selvaggi, i demoni provocano nell'anima paura e timore, talvolta addirittura pallore e svenimenti. Di Antonio si racconta che una volta è stato quasi picchiato a morte da alcuni demoni e che è rimasto immobile a terra.

Considerando gli effetti provocati sul corpo, è chiaro che i demoni non instillano pensieri innocui, ma costituiscono una forte realtà psichica. I fenomeni qui descritti dai monaci come effetto dei demoni sono noti alla psicologia, in quanto i complessi psichici hanno la tendenza a coinvolgere anche il corpo.  

I demoni, quindi, vanno alla ricerca dei punti deboli dell'uomo, delle sue inclinazioni e preferenze e le rinforzano senza che egli se ne accorga. La loro presenza viene appena percepita e già ci si ritrova in loro potere; si nascondono dietro a pensieri, inclinazioni e preferenze.

Il male si mimetizza da debolezza innocente o da inclinazione e tuttavia è in grado di rendere cieco l'uomo di fronte alla realtà, cieco persino di fronte alla verità.  

I demoni osservano.

Certo non possono leggere nell’anima, questo è possibile solo a Dio, ma possono riconoscere dalle parole, dal portamento e dal comportamento che cosa accada nell'uomo. Così fanno attenzione all'espressione del viso, se si possano scoprire ira, rabbia o tristezza.

Vedono dove ci portano i nostri passi, verso quale persona, verso quali attività. Osservano il modo in cui stiamo seduti o in piedi o in cui camminiamo.

I nostri sguardi possono tradire ai demoni la nostra brama, il nostro modo di camminare può rivelare indifferenza o rammollimento. Il nostro comportamento e il nostro portamento non sono di secondaria importanza per la nostra vita spirituale: per Evagrio costituiscono le porte d'accesso dei demoni.

Il nostro modo di parlare, di comportarci, di atteggiarci ci spinge in una determinata direzione; se non facciamo attenzione, ci condurrà all'improvviso in una prigione interiore.

In noi si fissa ciò che il nostro corpo lascia trasparire all'esterno.

Se tali manifestazioni esteriori vengono trascurate, noi veniamo spinti sempre più verso il vuoto e l'informe. Se non esaminiamo attentamente e criticamente le nostre parole e il nostro comportamento, lasceremo andare sempre di più la nostra interiorità: continueremo a pensare che il nostro intento sia nobile e non noteremo che in noi si è fatto spazio un atteggiamento negativo.   

Un'altra tecnica dei demoni fa leva sulla mancanza di misura.

Il padre del deserto Poemen dice chiaramente: «Ogni eccesso proviene dai demoni».  

Il fatto che i demoni siano privi di misura si rivela anche nell'incapacità di tener conto delle circostanze nelle quali possono venire esercitati determinati comportamenti.

Non possiedono nessuna discretio.

Non sono capaci di riconoscere quando una regola deve essere adattata alle circostanze.

I demoni consigliano ai malati di continuare a digiunare.

Nel momento sbagliato consigliano la cosa giusta, che in questo modo diventa sbagliata.

Sottopongono gli uomini a regole rigide, senza prendere in considerazione la situazione. Obbligano gli uomini a giurare di attenersi all'ascesi, per mantenerla senza badare alle circostanze. Vogliono trasformare l’uomo in un testardo attaccato ostinatamente ai principi, cieco di fronte al momento giusto, incapace di poter smettere o di fare delle concessioni, fissato sul rispetto rigido delle regole e così abusano del bene per condurre l’uomo in un vicolo cieco, nel quale egli perde la misura delle cose e diventa un mero esecutore della legge. 

Un'altra tecnica dei demoni consiste nel provocare conflitti: suggeriscono a uno un giudizio negativo o semplicemente espressioni di curiosità nei confronti degli altri.

Rovistare nei panni sporchi degli altri rende ciechi verso i propri errori e in questo modo viene favorito l'operato dei demoni.

Ci si assoggetta all'astuzia dei demoni ritenendo di dover criticare a buon diritto gli errori degli altri, mentre in realtà si vedono negli altri solo i propri errori, che in questo modo si sottraggono al nostro sguardo.  

Per Evagrio c'è differenza fra le tecniche usate dai demoni con gli anziani e con i giovani: con le persone giovani, i demoni fanno leva sulle passioni fisiche, sulle pulsioni, sulla parte concupiscente dell'anima; con le persone anziane, invece, i demoni attaccano prevalentemente la parte emozionale dell'anima attraverso le passioni interiori, attraverso emozioni come l'ira, la rabbia, il malumore, la tristezza e l'indolenza. 

Ai giovani, perciò, è affidato il compito di frenare e dominare le proprie pulsioni.

Agli anziani, per contro, è richiesto di mettere ordine nelle loro emozioni e di non lasciarsi trascinare dai propri stati d'animo.

Evagrio, tuttavia, ritiene che il compito degli anziani sia sostanzialmente più difficile.

Usando la terminologia di Jung, si potrebbe dire che l'uomo, nella prima metà della sua vita, dovrebbe indirizzare l'energia delle proprie pulsioni su percorsi giusti: la regolazione delle pulsioni viene messa in pericolo dalle esperienze negative fatte durante l'infanzia, perciò l'integrazione delle pulsioni è sempre una rielaborazione dell'inconscio personale, un superamento della propria storia personale.

Nella seconda metà della vita si ha a che fare con l'integrazione dell'inconscio collettivo: ciò significa per l'uomo affrontare in primo luogo l'integrazione della sua anima, che si manifesta proprio negli stati d'animo e nelle disposizioni di spirito.

Anche Jung ritiene che questo compito sia sostanzialmente più difficile di quello di frenare le pulsioni.   Ciò che i monaci descrivono come tecniche dei demoni rispecchia le loro esperienze psicologiche.

I monaci conoscono i meccanismi della psiche umana e i percorsi raffinati mediante i quali pensieri, stati d'animo e passioni cercano di dominare l'uomo. I misteriosi processi che si svolgono nella psiche umana vengono da loro spiegati nel modo più adeguato come opera dei demoni.

Per loro è come se i pensieri e le emozioni si gettassero contro l'anima dall'esterno e cercassero di sottometterla al proprio potere.

La psicologia contemporanea è in grado di confermare questa esperienza. Jung fa riferimento al nostro uso linguistico quotidiano, come quando diciamo: «Ha il diavolo in corpo».

Questo modo di dire rivela che noi facciamo esperienza dell'operato di un complesso inconscio come se fosse un essere indipendente, che ci suggerisce pensieri ed emozioni.  

La demonologia monastica descrive e spiega ciò che accade nell’animo umano, quando si mette alla ricerca di Dio, come venga minacciato in molti modi, dai quali può essere tenuto lontano da Dio e infine dalla propria salute.     

 

(Tratto da: Anselm Grun - Per vincere il male - Ed. San Paolo)

 

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