SANTA
TERESA
D’AVILA
Come
parla
Dio
all’anima
quando
si
compiace
di
farlo.
Alcuni
segni
che
servono
a
far
conoscere
se
vi
sia
o
non
vi
sia
inganno.
Dio
usa
ancora
un
altro
mezzo
per
risvegliare
l'anima
e,
anche
se
questa
grazia
sembra,
in
certo
modo,
superiore
alle
precedenti,
può
essere
soggetta
a
maggiori
pericoli;
pertanto
mi
tratterrò
un
po'
a
parlarne.
Consiste
in
certe
parole
che
egli
dice
all'anima
in
vari
modi:
alcune
sembrano
venire
dall'esterno,
altre
dall’intimo
dell’anima,
altre
dalla
parte
superiore
di
essa,
altre
così
dal
di
fuori
che
si
odono
con
le
orecchie,
perché
si
direbbero
dette
con
voce
articolata.
Qualche
volta,
anzi
spesso,
Possono
essere
una
chimera,
specialmente
in
persone
di
debole
immaginazione
o
malinconiche,
intendo
dire
di
una
notevole
malinconia.
Di
queste
due
categorie
di
persone
non
bisogna
tener
conto,
neanche
se
affermano
di
vedere,
udire
e
intendere;
né
però
bisogna
turbarle
dicendo
loro
che
sono
vittime
del
demonio,
ma
ascoltarle
come
persone
malate.
La
priora
o
il
confessore,
con
cui
si
apriranno,
raccomandino
loro
di
non
darvi
importanza,
perché
non
è
questo
l'essenziale
nel
servizio
di
Dio.
Aggiungano
che
il
demonio
ne
ha
ingannate
molte
per
tale
via,
anche
se
non
è
il
loro
caso,
per
non
affliggerle
più
di
quello
che
comporti
il
loro
umore.
Dicendo
invece
che
si
tratta
di
malinconia,
non
la
finirebbe
più:
arriverebbero
a
giurare
di
vedere
e
di
udire,
convinte
che
sia
proprio
cosi.
Tuttavia
bisogna
tener
presente
che
occorre
dispensarle
dall’orazione
e
far
di
tutto
perché
non
si
preoccupino
di
quel
che
sentono.
Il
demonio
suole
infatti
servirsi
di
queste
anime
così
ammalate;
anche
se
non
per
nuocere
loro,
per
danneggiarne
altre.
Ma,
siano
esse
inferme
o
sane,
di
queste
cose
bisogna
sempre
diffidare,
finché
non
si
riesca
a
capire
da
quale
spirito
provengano.
Pertanto
dico
che
la
cosa
migliore
da
farsi
è
sempre,
all'inizio,
cercare
di
liberarsene,
perché
se
vengono
da
Dio,
l'essere
messi
alla
prova
le
aiuterà
ad
andare
avanti
e
a
farle
crescere.
E
proprio
così,
ma
bisogna
pur
evitare
di
opprimere
e
turbare
troppo
l'anima
la
quale,
certamente,
qui
non
può
fare
nulla.
Ritorniamo
dunque
a
ciò
che
dicevo
circa
le
parole
rivolte
all'anima.
Quale
che
sia
la
loro
apparente
provenienza,
esse
possono
procedere
da
Dio
e
anche
dal
demonio
e
dall'immaginazione.
Indicherò
ora,
se
mi
riesce,
con
l'aiuto
del
Signore,
i
segni
per
distinguerne
l'origine
e
capire
quando
possono
essere
pericolose,
perché
ci
sono
molte
anime,
fra
gente
di
orazione,
che
le
sentono,
e
vorrei,
sorelle,
che
voi
non
pensaste
di
far
male,
sia
a
non
prestarvi
fede,
sia
a
credervi.
Quando
riguardano
soltanto
voi
e
sono
parole
di
consolazione
o
di
consiglio
circa
i
vostri
difetti,
le
dica
pur
chi
vuole
o
siano
pur
effetto
di
fantasia,
ciò
importa
poco.
Vi
prevengo
di
una
cosa:
non
pensate,
anche
se
provengono
da
Dio,
di
esser
per
questo
migliori
delle
altre.
Non
ne
disse,
forse,
egli
molte
ai
farisei?
Tutto
sta,
quindi,
nel
modo
di
trame
profitto.
Inoltre,
non
badate
a
quelle
che
non
sono
del
tutto
conformi
alla
sacra
Scrittura,
più
che
se
le
udiste
dallo
stesso
demonio,
perché
anche
se
provengono
dalla
vostra
debole
immaginazione,
devono
ritenersi
una
tentazione
contro
la
fede;
pertanto
occorre
opporvi
sempre
resistenza
perché
vadano
cessando.
E
cesseranno
di
certo,
avendo
in
sé
poca
forza.
Rifacendomi,
dunque,
al
punto
di
partenza,
il
fatto
che
le
parole
provengano
dall'intimo,
dalla
parte
superiore
dell'anima
o
dall'esterno,
non
ha
importanza
ai
fini
riconoscerle
come
parole
di
Dio.
I
segni
più
sicuri
che
di
ciò
si
possano
avere,
secondo
me,
sono
i
seguenti:
il
primo
le
il
più
certo
è
la
sovrana
potenza
che
hanno
in
sé,
perché
sono
insieme
parole
ed
opere.
Mi
spiego
meglio.
Un'anima
è
in
preda
a
tutte
le
tribolazioni
e
inquietudini
interiori
di
cui
si
è
parlato,
con
l'intelletto
fra
le
tenebre
e
piena
di
aridità.
Allora,
basta
una
sola
di
queste
parole,
come
ad
esempio:
«
Non
affliggerti
»,
che
essa
riacquista
pace
e
serenità.
Si
sente
mondata
di
luce,
una
volta
scomparsa
totalmente
quell'afflizione
da
cui
le
sembrava
che
il
mondo
intero
e
tutti
i
dotti
riuniti
insieme
ad
esporle
motivi
intesi
a
ridarle
sicurezza
non
potessero
riuscire
a
liberarla,
per
quanti
sforzi
facessero.
Oppure,
è
afflitta
e
tutta
piena
di
paura
perché
il
suo
confessore
e
altre
persone
le
hanno
detto
che
è
in
preda
allo
spirito
del
demonio,
ma
con
questa
sola
parola:
«
Sono
io,
non
temere
»,la
paura
scompare
del
tutto
e
resta
molto
consolata,
sembrandole
che
nessuno
riuscirà
più
a
farle
credere
il
contrario.
Un'altra
volta
è
molto
in
ansia
per
alcuni
affari
importanti
che
non
sa
come
andranno
a
finire.
Le
viene
detto
di
tranquillizzarsi
perché
tutto
andrà
bene
e
ne
acquista
subito
la
certezza,
liberandosi
dall'ansia.
E
così
avviene
in
molti
altri
casi.
Il
secondo
segno
è
che
l'anima
rimane
in
una
grande
quiete,
in
un
raccoglimento
devoto
e
pacifico
e
nella
disposizione
migliore
per
lodare
Dio.
Oh,
Signore!
Se
una
sola
parola
trasmessa
con
un
vostro
paggio
(perché,
a
quanto
si
dice,
almeno
in
questa
mansione,
le
parole
non
sono
pronunziate
dal
Signore
stesso,
ma
da
qualche
angelo)
ha
tanta
forza,
quale
forza
lascerete
nell'anima,
una
volta
che
essa
sia
unita
a
voi
e
voi
ad
essa
per
amore?
Il
terzo
segno
è
che
queste
parole
non
si
dimenticano
nemmeno
dopo
moltissimo
tempo
e
alcune
mai,
come
avviene,
invece,
di
quelle
che
si
odono
quaggiù.
Dico
di
quelle
che
udiamo
dagli
uomini,
le
quali,
anche
se
dette
da
persone
di
grande
serietà
e
cultura,
non
restano
scolpite
nella
memoria
come
queste,
e
nemmeno
vi
si
presta
altrettanta
fede
se
riguardano
avvenimenti
futuri.
Queste,
infatti,
lasciano
una
certezza
assoluta,
anche
se
a
volte,
per
cose
all'apparenza
impossibili,
non
si
può
evitare
il
dubbio
circa
la
loro
realizzazione
e
l'intelletto
vacilli
un
po'.
L'anima
perdura
in
una
sicurezza
che
non
deflette,
benché
le
sembri
che
tutto
vada
al
contrario
di
quanto
ha
udito.
Passano
anni
e
non
cessa
di
pensare
che
Dio
ricorrerà
ad
altri
mezzi
che
gli
uomini
non
conoscono,
ma
che,
alla
fine,
le
sue
parole
si
adempiranno;
infatti,
avviene
così.
Nondimeno,
ripeto,
quando
vede
che
le
cose
prendono
tutt'altro
andamento,
continua
a
soffrirne
perché,
trattandosi
di
parole
che
ha
udite
da
molto
tempo
ed
essendo
passati
gli
effetti
e
la
certezza
di
allora
sull'origine
divina
di
esse,
le
sorge
il
dubbio
che
siano
state
opera
del
demonio
o
frutto
della
sua
immaginazione.
Nessun
dubbio,
però,
le
sorge
al
momento,
e
sarebbe
pronta
a
morire
per
attestare
la
verità
di
quelle
parole.
Ma,
ripeto,
il
demonio,
con
tutte
queste
fantasticherie,
che
certo
suscita
per
angustiare
e
intimorire
l'anima,
specialmente
se
dall'avverarsi
delle
parole
udite
deve
dipendere
il
bene
di
molte
anime
o
se
si
tratta
di
opere
dirette
a
maggior
lode
e
servizio
di
Dio
e
nelle
quali
s'incontrano
gravi
difficoltà,
quali
tristi
effetti
non
produrrà?
Per
lo
meno
indebolirà
la
fede,
ed
è
un
grande
male
non
credere
che
Dio
abbia
la
potenza
di
compiere
cose
superiori
alla
nostra
intelligenza.
Nonostante
tutte
queste
lotte,
anche
se
c'è
chi
dice
alla
persona,
di
cui
offriamo
l'esempio,
che
si
tratta
di
stramberie
(intendo
riferirmi
ai
confessori
con
i
quali
se
ne
parla)
e
nonostante
tutti
gli
avvenimenti
contrari
che
fanno
ritenere
impossibile
l'adempimento
delle
parole
divine,
resta
—
non
so
dove
—
una
scintilla
così
viva
di
certezza
che,
anche
se
tutte
le
altre
speranze
fossero
morte,l'anima,
pur
volendolo,
non
potrebbe
spegnerla.
Alla
fine,
come
ho
detto,
si
adempie
la
parola
del
Signore
e
l'anima
ne
resta
così
felice
e
soddisfatta
che
non
vorrebbe
far
altro
se
non
lodare
di
continuo
Sua
Maestà.
Prova
ancora
più
gioia
nel
vedere
adempiuto
quello
che
le
era
stato
detto
che
per
la
riuscita
dell'opera
stessa,
anche
se
essa
fosse
per
lei
di
molta
importanza.
Non
so
perché
l'anima
desideri
tanto
che
queste
parole
risultino
veritiere.
Credo
che
neanche
se
essa
dovesse
essere
considerata
bugiarda
ne
soffrirebbe
in
ugual
misura.
Come
potrebbe
riferire
qualcosa
se
non
quanto
le
viene
detto?
Molte
volte
una
certa
persona
ricordava,
in
simile
caso,
il
profeta
Giona,
quando
temeva
che
Ninive
non
venisse
distrutta.
Infine,
siccome
si
tratta
dello
spirito
di
Dio,
è
giusto
che
l'anima
gli
serbi
questa
fedeltà
di
desiderare
che
non
sia
ritenuto
menzognero,
egli
che
è
la
somma
verità.
Pertanto,
è
grande
la
sua
gioia
quando,
dopo
mille
tentativi
di
eludere
le
contrarietà,
e
fra
difficoltà
di
ogni
genere,
vede
adempiersi
quanto
le
è
stato
detto.
Anche
se
l'anima
dovesse
subirne
grandi
tribolazioni,
preferisce
sopportare
qualunque
sofferenza
anziché
vedere
inadempiute
le
parole
che
ritiene
fermamente
dette
dal
Signore.
Forse
non
tutte
le
anime
avranno
questa
debolezza,
se
può
chiamarsi
tale,
perché,
per
conto
mio,
non
oso
condannarla
come
alcunché
di
cattivo.
Se
le
parole
provengono
dall'immaginazione,
non
c'è
nessuno
di
questi
segni,
ne
certezza
ne
pace
ne
gioia
interiore.
Tuttavia
potrebbe
accadere
—
e
io
stessa
so
di
alcune
persone
alle
quali
è
accaduto
mentre
erano
molto
assorte
nell'orazione
di
quiete
e
nel
sonno
spirituale
—che
alcune
anime
sono
così
deboli
di
temperamento
o
d'immaginazione
che,
sia
a
causa
di
ciò,
sia
non
so
per
quale
altra
ragione,
trovandosi
in
questo
grande
raccoglimento,
escono
talmente
fuori
di
sé,
da
non
sentire
più
nulla
all'esterno.
I
loro
sensi
sono
così
assopiti
che
esse
sembrano
prese
dal
sonno,
e
forse
sono
proprio
addormentate.
Allora,
come
in
un
sogno,
sembra
loro
di
udire
parole
e
di
vedere
cose
che
pensano
venire
da
Dio
ma
che,
alla
fine,
lasciano
gli
effetti
di
un
sogno.
Potrebbe
anche
accadere,
come
a
volte
avviene,
che,
chièdendo
qualcosa
a
nostro
Signore
con
grande
devozione,
sembri
loro
che
egli
risponda
promettendo
quanto
desiderano.
Ma
chi
avrà
grande
esperienza
delle
parole
di
Dio,
non
potrà
essere
tratto
in
inganno
—
a
mio
giudizio
—
dagli
effetti
dell'immaginazione.
C'è
più
da
temere
che
siano
del
demonio.
Ma
quando
sono
accompagnate
dai
segni
di
cui
ho
parlato,
si
può
essere
certi
che
provengano
da
Dio.
Tuttavia,
quando
si
tratta
di
cosa
importante
e
si
deve
agire
nell'interesse
proprio
o
di
terze
persone,
non
si
deve
mai
fare
nulla,
o
anche
solo
pensare
di
fare
alcunché,
senza
il
parere
di
un
confessore
dotto,
prudente
e
vero
servo
di
Dio,
quand'anche,
sentendole
ripetutamente,
sembri
chiaro
che
le
parole
vengono
da
Dio.
Questo,
infatti,
è
il
volere
di
Sua
Maestà
e,
così
facendo,
si
eseguono
i
suoi
ordini,
avendoci
egli
detto
di
considerare
il
confessore
come
lui
stesso
dove
non
si
può
dubitare
che
siano
parole
sue.
Esse
ci
valgano
d'incoraggiamento
nelle
difficoltà:
nostro
Signore,
quando
lo
vorrà,
disporrà
il
confessore
e
lo
porterà
a
credere
che
si
tratta
del
suo
spirito.
In
caso
contrario,
non
ci
sarà
più
alcun
obbligo.
Ma,
agire
in
modo
diverso
da
quanto
si
è
detto,
e
attenersi
in
questa
circostanza
al
proprio
parere,
credo
sia
molto
pericoloso.
Pertanto,
sorelle,
vi
raccomando
da
parte
di
nostro
Signore
di
far
sì
che
ciò
non
accada
mai.
C'è
un
altro
modo
con
cui
il
Signore
parla
all'anima,
e
a
me
sembra
un
segno
sicurissimo
della
sua
opera:
è
la
visione
intellettuale,
di
cui
in
seguito
dirò
come
avvenga.
Ha
luogo
così
nell'intimo
dell'anima,
e
sembra
di
udire
così
chiaramente
e,
al
tempo
stesso,
segretamente,
con
l'udito
spirituale,
pronunciare
proprio
dal
Signore
quelle
parole,
che
lo
stesso
modo
di
intendere,
insieme
con
ciò
che
la
visione
opera8,
rassicura
e
da
la
certezza
che
il
demonio
non
può
intromettersi
minimamente.
I
grandi
effetti
che
lascia
sono,
appunto,
motivo
di
crederlo;
se
non
altro
c'è
la
sicurezza
che
non
procede
dall'immaginazione,
sicurezza
che
con
un
po'
di
avvertenza
si
può
sempre
avere
per
le
seguenti
ragioni.
La
prima,
perché
c'è
una
evidente
differenza
circa
la
chiarezza
del
linguaggio:
nelle
parole
di
Dio
essa
è
tale
che
ci
si
rende
conto
anche
di
una
sola
sillaba
mancante
e
si
ha
il
ricordo
preciso
del
diverso
modo
in
cui
tali
parole
ci
sono
state
dette,
anche
se
il
senso
sia
sempre
lo
stesso,
mentre
se
sono
frutto
d'immaginazione,
il
linguaggio
non
sarà
così
chiaro
ne
le
parole
così
distinte,
ma
come
mezzo
sognate. La
seconda,
perché
spesso
non
si
pensava
nemmeno
a
ciò
cui
le
parole
si
riferiscono
-
intendo
dire
che
vengono
all'improvviso,
a
volte
anche
mentre
si
sta
in
conversazione
-
e,
benché
assai
di
frequente
rispondano
ai
pensieri
che
a
un
tratto
ci
passano
allora
per
la
mente
o
a
quello
che
si
è
pensato
prima,
spesso
riguardano
cose
mai
pensate
ne
credute
possibili.
Pertanto,
non
potrebbe
fabbricarle
l'immaginazione
per
ingannare
l'anima,
facendole
credere
ciò
che
non
ha
mai
desiderato
ne
voluto
ne
conosciuto. La
terza,
perché
nelle
parole
di
Dio
l'anima
è
come
una
persona
che
ode,
mentre
in
quelle
dell'immaginazione
è
come
una
persona
che
va
componendo
a
poco
a
poco
ciò
che
ella
stessa
desidera
udire.
La
quarta,
perché
le
parole
sono
assai
diverse,
e
una
sola
di
quelle
divine
fa
capire
molto
più
di
quello
che
il
nostro
intelletto
non
potrebbe
mettere
insieme
in
così
breve
spazio
di
tempo. La
quinta,
perché
insieme
con
le
parole,
spesso,
in
un
modo
che
io
non
saprei
spiegare,
si
comprende
assai
più
di
quello
che
esse
significano,
benché
senza
suoni.
Circa
questo
modo
di
intendere
ne
parlerò
più
a
lungo
altrove,
perché
si
tratta
di
una
cosa
molto
delicata
che
serve
a
far
lodare
nostro
Signore.
Intorno
a
tali
modi
d'intendere
e
alle
loro
differenze
alcune
persone
sono
rimaste
assai
perplesse
(specialmente
una,
che
ne
ha
sofferto
molto10,
e
così
ce
ne
saranno
altre),
non
sapendo
che
cosa
pensarne.
So
che
quella
persona
ha
esaminato
la
cosa
con
molta
attenzione,
avendole
il
Signore
fatto
varie
volte
questa
grazia,
e
il
suo
maggior
dubbio,
all'inizio,
era
che
si
trattasse
di
una
sua
fantasia,
perché
quando
procedono
dal
demonio
si
arriva
a
capirlo
più
presto,
anche
se
sono
tante
le
sue
sottigliezze
che
sa
ben
mascherarsi
in
spirito
di
luce.
Questo
potrà
farlo,
sì,
a
mio
parere,
nei
riguardi
delle
parole,
dicendole
ben
chiare,
perché
non
resti
alcun
dubbio
che
sono,
ad
udirsi,
come
quelle
dello
spirito
di
verità;
ma
non
potrà
contraffarne
gli
effetti
di
cui
si
è
parlato,
ne
lasciare
nell'anima
quella
pace
ne
quella
luce;
al
contrario,
solo
inquietudine
e
turbamento.
Riuscirà
peraltro
a
far
poco
o
nessun
danno,
se
l'anima
è
umile
e
si
regola
come
ho
detto
n,
cioè
non
assumendo
da
sé
alcuna
iniziativa,
quali
che
siano
le
parole
che
ode. Quando
crede
trattarsi
di
favori
e
doni
del
Signore,
consideri
attentamente
se
per
essi
si
ritenga
migliore,e
se
non
resta
tanto
più
confusa
quanto
più
tenere
sono
le
parole
che
sente,
creda
pure
che
non
sono
di
origine
divina.
Non
c'è
dubbio
infatti
che,
quando
lo
sono,
più
il
favore
è
grande,
più
l'anima
che
lo
riceve
si
ritiene
dappoco,
più
si
ricorda
dei
suoi
peccati,
più
dimentica
il
suo
progresso
spirituale
e
più
applica
la
sua
volontà
e
la
sua
memoria
a
voler
solo
l'onore
di
Dio,
senza
preoccuparsi
del
suo
profitto,
con
maggior
timore
di
allontanarsi,
sia
pur.
minimamente,
dalla
sua
volontà,
e
con
maggior
convinzione
di
non
aver
mai
meritato
quella
grazia,
ma
l'inferno.
Se
tutti
i
favori
e
i
doni
dell'orazione
producono
questi
effetti,
l'anima
proceda
senza
paura,
confidando
nella
misericordia
del
Signore
che
è
fedele
e
non
permetterà
al
demonio
di
ingannarla.
Ciò
nonostante,
è
bene
procedere
con
timore.Può
darsi
che
coloro
i
quali
non
sono
condotti
dal
Signore
per
questa
strada
ritengano
che
queste
anime
potrebbero
non
ascoltare
le
parole
loro
rivolte
e,
se
sono
interiori,
distrarsi
in
modo
da
non
percepirle.
Così
facendo,
sarebbero
libere
da
ogni
pericolo.
A
ciò
rispondo
che
è
impossibile.
Non
parlo
delle
parole
dell'immaginazione
a
cui
si
può
opporre
un
rimedio,non
assecondando
i
nostri
desideri
e
non
badando
ad
esse.
Ma
per
le
parole
di
Dio
non
c'è
nessun
rimedio
perché
lo
stesso
spirito
che
parla
fa
arrestare
in
modo
tale
ogni
altro
pensiero
e
fa
stare
così
attenti
a
ciò
che
dice
che
sarebbe,
in
certo
senso,
più
facile,
mi
sembra,
e
credo
sia
proprio
così,
a
una
persona
di
finissimo
udito
non
sentirne
un'altra
che
le
parlasse
molto
forte.
Essa
potrebbe,
infatti,
deviare
l'attenzione
e
applicare
il
pensiero
e
l'intelligenza
ad
altre
cose.
A
questo
riguardo,
però,
non
è
possibile,
perché
non
si
può
assolutamente
ne
tapparsi
le
orecchie
ne
pensare
ad
altro
fuorché
a
quanto
ci
viene
detto.
Solo
colui
che,
pregato,
mi
pare,
da
Giosuè,
ha
potuto
fermare
il
sole,
può
arrestare
le
nostre
potenze
e
tutto
il
nostro
mondo
interiore
in
modo
che
l'anima
vede
bene
che
un
altro
Signore
ben
più
potente
governa
quel
castello,
e
ciò
le
ispira
grande
devozione
e
umiltà.
Così,
non
c'è
alcun
mezzo
per
evitare
di
ascoltarlo.
Ci
conceda
la
divina
Maestà
la
grazia
di
attendere
solo
a
compiacerlo
dimenticandoci,
come
ho
detto,
di
noi
stessi!
Amen.
Piaccia
al
Signore
che
sia
riuscita
a
spiegare
queste
cose
com'era
nella
mia
intenzione
e
che
ciò
serva
di
qualche
insegnamento
per
chi
riceverà
tale
grazia! |