RnS Giovani
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La preghiera del silenzio e l'ascolto di Dio |
Spesso chi prega
desidera una risposta da Dio ma non è sempre capace di sentire la sua
voce sebbene Egli sempre risponde alla preghiera di ogni suo figlio. Su decisioni importanti abbiamo bisogno di essere certi
che Dio ci risponda e abbiamo bisogno di essere sicuri che quello che
abbiamo udito sia proprio la voce di Dio. Quando abbiamo la grazia di
avere vicino un padre spirituale tutto questo risulta più semplice, e la
fiducia in lui diventa di estrema importanza nel nostro cammino
spirituale. Ma il problema nasce con "la preghiera personale".
La nostra preghiera non dovrebbe essere la semplice richiesta di qualcosa,
ma preghiera è chiedere qual'è la volontà di Dio su ciò che noi
desideriamo. Ma una volta ascoltato Dio, la sua voce,
come facciamo ad essere sicuri che quella è la sua parola? Questo è un
punto molto importante per qualsiasi cristiano che vuole crescere
spiritualmente. Innanzitutto dobbiamo essere convinti con
certezza che Gesù vive in noi. Ricordiamo san Paolo, "non
sono più io che vivo, ma Cristo vive in me" (
Gal.2,20…). Quindi non c'è bisogno di andare chissà dove per
ascoltare Gesù, dobbiamo ascoltare la sua voce forte e viva che è in
noi. E dobbiamo ricordarlo e insegnarlo a tutti i fratelli battezzati che
per debolezza o per ignoranza si rivolgono a santoni, maghi,
pseudoprofeti, guaritori, cartomanti, astrologi, veggenti, gente senza
scrupolo che vuole far credere di conoscere il destino degli altri o
addirittura di essere in contatto continuo e diretto con
"l'Eterno" ed i suoi "emissari", creando "greggi
senza pastori" (Numeri 27:17), "ciechi e
guide di ciechi" (Matteo 15:14), e non solo ma con la
drammatica verità "che il cieco e lo zoppo non entreranno
nella casa "(2 Samuele 5:8). Gesù non è un dio muto o sordo, Gesù vede, parla e
ascolta sempre e ciò è frutto
del nostro battesimo; noi siamo in continua comunione con Lui, con il
nostro Gesù Cristo che vive dentro di noi e che parla con una voce
interna, come un pensiero che si forma nella nostra mente, come uno dei
tanti pensieri che ci passano continuamente per la testa, ma che ha delle
qualità ben precise. La comunione con Gesù Cristo si interrompe con il
peccato ma diventa forte amicizia con la "continua invocazione"
dello Spirito Santo. Quando pecchiamo il rapporto si interrompe, e non
solo si incrina il rapporto con Dio, nostro migliore amico, ma con tutto
il creato, con tutto l'universo e la nostra visione dell'intera realtà
viene distorta. Il peccato mette noi al centro dell'universo, il nostro
io. In questo modo non ascoltiamo più la voce di Dio, ma le nostre
innumerevoli voci: quella dell'autoritario, quella del colpevole,
dell'ottimista, del pauroso, dell'ansioso, dell'orgoglioso, del
presuntuoso. Solo Gesù è in grado di farle tacere, solo la sua autorità
"terrorizza e mette in fuga le varie legioni". Il nostro io non ha potere su di loro, da soli non
troveremmo nessuna via di uscita da questa prigione. Ma anche se Gesù
perdona i nostri peccati, il peccato lascia un ferita interiore che
disturba la nostra comunicazione con
Dio. Sembra che non ci sia via di uscita, che sia impossibile tornare al
nostro "Eden" e parlare con semplicità con Dio, in un dialogo a
tu per tu. E invece si può: con "la preghiera del silenzio". Con essa ci accorgeremo che Dio parla con voce semplice e silenziosa, ma così potente e profonda da sollevare interi Oceani, da alzare come barchette di carta le più grandi navi. La sua voce è unica, del tutto differente dalle innumerevoli voci che hanno tentato di comandarci, di prendere il timone della nostra vita. Realizziamo dunque la nostra "preghiera del silenzio". Cerchiamo un posto tranquillo, rilassiamoci, raccogliamoci, restando in attesa di risposta. Non andiamo via dopo avere completato le nostre "abitudinarie pratiche devozionali" pensando di aver compiuto il nostro dovere, lasciamo invece spazio e tempo al nostro interlocutore, lasciamo che Dio ci risponda. E una volta riconosciuta la sua voce, unica, nella nostra mente, sarà bene mettere in pratica ciò che Lui ci dice. Rischieremmo altrimenti di perdere solo del tempo, dimenticandoci cosa Gesù ci ha detto:"Io non vi conosco…(Mt. 7:21,23)" perché anche se avremo fatto miracoli, non abbiamo fatto la sua volontà. E anche dai frutti si vede l'albero (Mt. 7:20): se averlo ascoltato ha portato frutti positivi allora abbiamo sentito davvero la voce di Dio, mentre se dopo aver ascoltato, i risultati saranno mediocri o vani allora non è stata la sua voce a parlarci.
Inoltre la voce di Dio, va confrontata con le Sacre Scritture e se ci sono
delle divergenze tra quello che abbiamo sentito e quello che Gesù ha
detto in esse allora quella non era la sua voce. Come non sarà la sua
voce se ci dirà di fare cose ridicole, contro coscienza, cose di poco
buon senso. La preghiera del silenzio ci chiede di dedicarle un tempo
compreso tra 20 e 60 minuti, di sederci comodamente e rilassarci per
raggiungere una buona concentrazione
nella mente e nello spirito. Ci chiede di pregare in maniera semplice, seguendo il nostro respiro e pronunciando al massimo una o due parole : Gesù, Signore, Abbà, Padre, oppure utilizzando la preghiera orientale "Signore Gesù Cristo figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore". Non dobbiamo dare molta importanza ad una o ad un'altra parola, l'importante è volere comunicare con Gesù. Inizialmente ci saranno tante voci che affioreranno e ci distrarranno da quella di Gesù, ma come ospiti indesiderati e non aspettati li congederemo, e se ci viene in mente qualcosa di importante da fare che era stata dimenticata la annoteremo, e la faremo alla fine della preghiera, perché durante essa la preghiera dobbiamo essere liberi e pronti a ricevere lo sposo. Ci vuole perseveranza e determinazione soprattutto le prime volte e anche per molto tempo. Questo tipo di preghiera potrebbe sembrare una perdita di tempo o risultare molto frustrante in quanto le"solite litanie" danno più soddisfazione spesso però quasi "farisaica". Durante la preghiera silenziosa Gesù ci illumina in tante cose, ma soprattutto vengono alla luce le barriere e i massi che si oppongono al nostro andargli incontro e se Lui sposta l'ostacolo, vorrà che noi facciamo altrettanto. Durante la preghiera possono tornare vive e doloranti le
nostre ferite interiori, ma Gesù ci illumina e ci risana, perché ci
desidera felici e sani. Quindi in questo incontro silenzioso di profondo
amore e raccoglimento, il nostro unico amico, il nostro amato, si svela e
ci svela il nostro io, bisognoso di amore e di cure. Gesù desidera amarci
ed essere amato e solo facendo la sua volontà solo accettando il suo
amore, il suo progetto di amore potremo unirci a Lui.
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