TUMORE ARRESTATI

Giovedì 4 febbraio 1999 avevo chiesto ad una mia amica di pregare con me per un mio parente di Agrigento che, operato il 2/9/98 di tumore alla testa, gli restavano pochi mesi di vita, secondo i medici.

  Nei biglietti non chiedevamo la sua guarigione, perché la mia pena maggiore era il ricordo delle sue parole piene di rimpianto e di sofferenza, quando raccontava la causa che, da ragazzo, lo aveva allontanato dalla Chiesa e dai Sacramenti. Erano passati più di 40 anni dall'ultima confessione. La sua salvezza eterna era in pericolo.

  Poco prima che finisse la preghiera, quel giovedì, P. La Grua annunciò: "Dice il Signore:

TUMORE, ARRESTATI!", e spiegò: "Non si tratta di una guarigione, ma il tumore non andrà oltre". Fui certa che fosse il suo.

  Giovedì 25 febbraio ringraziai il Signore, con la testimonianza, perché questo malato, sabato 20 febbraio, era tornato per controllo dai medici di Verona, i quali negarono la tesi dei medici di Palermo, sulla presenza di una RECIDIVA.

  Mentre tornavo al mio posto, udii Padre La Grua: "IL SIGNORE STA CONCEDENDO LA GRAZIA DI UNA CONVERSIONE". Questo ed altri segni il Signore mi dava, ma solo una settimana dopo seppi, dal figlio, che il papà, prima di partire, aveva cercato il sacerdote per confessarsi, ma non lo aveva trovato. Quando finalmente (al ritorno) riuscì a trovano, il sacerdote che lo confessò PIANSE CON LUI. Ricevette l'Eucaristia.

  Dimesso dall'ospedale, continua ancora, dopo un mese, ad essere bene sveglio e in piedi.

  La presente testimonianza potrà essere suffragata dalla documentazione, quando ne verrò in possesso.

  Ringrazio il Signore che mi ha fatto pregare con questa Comunità, e che con essa mi fa essere veicolo delle Sue Grandi Grazie.

Palermo, 7 maggio 1999.

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