GUARITO DAL TUMORE

Un giorno mio zio Emanuele sentì destra pungersi in maniera veramente sembrava quasi l'impercettibile puntura di zanzara.Ma non era un insetto: era qualcosa di più; si nutriva della sua vita, se ne alimentava finchè non l'avrebbe sopraffatto. Mio zio intuisce di avere qualcosa di grave. Gli viene diagnosticato un tumore al polmone destro. Una tempesta si abbatte sulla sua vita e sulla sua famiglia, tutto viene all'improvviso sconvolto da una realtà che tutti noi non vogliamo accettare. Il coraggio, la tenacia e la fede di mio zio vengono messe a dura prova.

Gli amici e i parenti si stupiscono della sua grande forza interiore, della sua voglia di farcela, di sconfiggere quella malattia, ma soprattutto colpisce la sua sicurezza, la tranquillità con cui riesce ad infondere pace e serenità alla moglie che ormai era convinta di dover perdere suo marito. Ora molti si chiederanno cosa bisogna fare per conservare la forza interiore quando le speranze in casi come questi sembrano irrimediabilmente perdute. Bisogna cercare di non smarrirsi, di avere tanta fede, e bussare alla porta del Signore, Lui ti aprirà e ti guarirà, servendosi magari di un suo figlio prediletto. Così ha fatto mio zio, è andato a bussare alla porta di padre Matteo La Grua. Il sacerdote lo riceve alle ore 14 del pomeriggio, gli apre lui stesso e lo fa entrare nella stanza dove prega per i fratelli sofferenti.

L'incontro fra P. Matteo e mio zio Emanuele è piuttosto drammatico e toccante, ma le parole del Padre sono davvero un balsamo e un sostegno vitale:

pronunzia solo poche parole, dopo avergli toccato la parte ammalata, prima ancora che gli venga indicata:

"Vai sicuro, che guarirai!" Ecco come può cambiare la vita di un uomo, ecco, a volte bastano poche parole pronunziate da un suo servo e Gesù compie il miracolo di ridare la vita a chi credeva di averla perduta. Quello stesso settembre mio zio viene operato a Milano al polmone, si trattava davvero di un tumore, ma della malattia era rimasto solo il ricordo. Anzi mio zio oggi considera quel brutto evento soltanto un incidente della sua vita, un momento certamente drammatico che però gli ha permesso non solo di guarire nel corpo, ma anche e soprattutto nello spirito, e di ciò ringrazia e benedice sempre il Signore.

Daniela Buffa, nipote di Emanuele Ulizzi

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