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Tu, Gesù e la Comunità Catechesi di padre Matteo La Grua per i giovani del gruppo di preghiera "Maria" S. Cuore - Noce Palermo
Il nostro
gruppo è un gruppo di preghiera.
Di preghiera
carismatica, di preghiera nello Spirito, preghiera di lode nello Spirito. Non
deve venir meno lo Spirito di preghiera. Quando viene meno lo Spirito di
preghiera, viene meno la vita spirituale. C’è un legame intimo e profondo tra
preghiera e vita. Tanto è vero che nei testi classici di spiritualità i gradi
di vita spirituale vengono contrassegnati dalla preghiera, e cioè dei gradi di
orazione, viene detto, perché dei gradi di orazione? Perché l’orazione
denota il grado di vita. “Dimmi come preghi e ti dirò chi sei”. Perciò
la preghiera è vitale per noi. Non facciamo qui una predica sulla
preghiera ma voglio trasmettere il senso della consegna del Padre Nostro, è il
segno della consegna che facciamo a tutti voi di pregare. Pregare e pregare
sempre e non intiepidiamoci. L’intiepidimento della preghiera è segno della
tiepidezza della vita. Pregare di giorno, pregare di notte. La preghiera, non sono le preghiere. Spesso noi facciamo
coincidere le preghiere “formule” con la preghiera. La preghiera è il
respiro dell’anima, è il colloquio del Figlio con il Padre. Che può essere
anche muto, senza formule di preghiere. Tante volte molte preghiere celano la
mancanza di preghiera. La preghiera vera è quella interiore, l’intimo
colloquio, l’incontro amoroso tra noi e Dio. Allora consegniamo senz’altro
questo Padre Nostro raccomandando di pregare e pregare bene e di passare qualche
momento della giornata in preghiera. Uno che è rinnovato nello Spirito deve
lasciarsi portare dallo Spirito alla preghiera, perché il primo atto che fa lo
Spirito è metterci in preghiera. Se lo Spirito non ci mette in preghiera non ci
metterà in nessun altra azione. E le azioni che facciamo non sono dello Spirito
ma sono nostre. Se lo Spirito è in attività dentro noi, lo Spirito
ci mette in stato di preghiera.
Si può
pregare bene se si è in stato di perfetta riconciliazione con Dio e con il
prossimo. Quando si è in armonia con Dio e con il prossimo allora fluisce la
preghiera, quando non ci dovesse essere
armonia con il prossimo quella preghiera è fallace. E’
un insulto fatto a Dio. Ecco perché tante nostre preghiere non sono
ascoltate dal Signore, ecco perché quando l’anima non è in pace, quella
preghiera non sale fino al tetto, ma resta terra terra. Se invece la preghiera
è fatta con cuore sincero, in armonia con Dio e con il prossimo sale, penetra
le nubi e scende dopo aver toccato il trono di Dio con la Grazia che noi
domandiamo…………
Il Regno dei
cieli è simile ad un granello di senapa, che vi è posto per terra cresce e
diventa un alberello, piccolo per quanto sia, da quel piccolissimo seme esce un
alberello, tanto che gli uccelli del cielo possono anche poggiarsi su i suoi
rami. E’ la senapa, un granellino piccolissimo, il più piccolo dei semi. Io
ce ne ho un sacchetto. E’ proprio piccolissimo una punta di spillo non una
capocchia, ma una punta di spillo. Eppure essendo così piccolo Gesù la
paragona così alla piccola fede che noi abbiamo. Produce un alberello perché
nel piccolo seme c'è la vita. Così è la vita cristiana. Gesù disse ancora
un'altra parabola e disse che il Regno di Dio è simile appunto a questo seme
gettato sulla terra che cresce di per sé, per la forza vitale che ha. Sia che
tu dorma, sia che tu vegli quel seme farà la sua storia non dipende da te, se
tu vegli e stai a guardare o se tu dormi, stai a dormire. Anche se tu dorma e
non lo veda, quel seme cresce. Così avviene anche sotto i nostri occhi,
sbocciano le rose, non è che noi vediamo proprio il momento in cui sboccia la rosa. Oppure vediamo i frutti dell'albero, noi non vediamo in
momento in cui il frutto alliga dopo il fiore e non seguiamo il corso del
suo ingrossamento, della sua maturazione. Perché è insito proprio nel seme,
nell'albero, la vita. Però può darsi che un alberello o una semente dopo un
po' di tempo inaridisca, secca. Può darsi che un innesto sbocci e poi per tanti
motivi non va avanti e si dissecca. Può anche darsi che un alberello comincia a
crescere poi viene il vento, o viene un ragazzaccio, prende quel virgulto, lo
piega, e quel virgulto non può crescere. Ci sono tanti motivi per cui un
alberello può anche non crescere. Alle volte può succedere che l’alberello
abbia una vita rachitica per mancanza di umore. Non è innaffiato, non è
concimato, non è curato, è esposto a tutte le intemperie e non va avanti.
Soprattutto se l'alberello è molto delicato. Così è la nostra vita
spirituale. E’ una pianta, una pianta che cresce, cresce perché il buon Dio
fa crescere, però anche noi dobbiamo avere cura nella crescita di questa pianta
perché può rimanere rachitica, può anche non fiorire e non dare frutto.
Allora corriamo il rischio di quello che dice Gesù nel Vangelo: “la pianta
che sarà trovata senza frutto sarà recisa e buttata nel
fuoco”. Tante e tante
volte Gesù parla dell’albero senza frutto o che produce frutti cattivi.
Allora noi una volta che abbiamo ricevuto la Grazia di Dio dentro di noi,
una volta che nell’effusione abbiamo irrorato questa Grazia dobbiamo farla
crescere. In questa crescita c'è l'opera di Dio, ma c'è anche l'opera nostra.
E adesso noi vediamo la parte nostra, come si innesta in quella di Dio
perché cresca la nostra vita spirituale. Adesso cambiamo un po’ immagine.
Una volta che noi abbiamo assodato che la nostra vita spirituale è vita, è
pianta, è albero, che deve crescere fiorire e dar frutto, adesso prendiamo
un'altra immagine per vedere come questa vita spirituale cresce nella comunità
di rinnovamento. Cioè ambientiamo la nostra crescita nell’ambito cioè del
Rinnovamento, noi vogliamo vederla come si può sviluppare in modo che possa
esser veramente una vita. L'immagine pedagogica è quella della ruota. Avete
visto la ruota di un carretto, un carretto siciliano. Nella ruota cosa abbiamo:
il cerchione, abbiamo i raggi, abbiamo il ceppo e poi l’asse attorno a cui
ruota, appunto la ruota. Se non è messa bene con l’asse la ruota non può
ruotare, così è la nostra vita comunitaria. Allora abbiamo l'immagine della
ruota, il cerchione nella nostra vita e cammina l'asse è Cristo. Adesso vediamo
i raggi che s'innescano nel ceppo che mettiamo è la comunità, la vita della
comunità. In questa ruota vi lavora Dio e vi lavora l’uomo. La nostra vita
carismatica è una ruota. Vi dicevo che l'asse è Cristo, che il cerchione
è la nostra vita, i raggi sono uniti al ceppo, e i raggi quando sono ben uniti
facilitano alla ruota, sostengono il cerchione
perché possa la ruota ben ruotare. Vediamo adesso di individuare un
po’ questi raggi che uniscono il cerchione al ceppo e all’asse.
Incominciamo
con il primo raggio: è la preghiera, ne abbiamo parlato poco fa è il
primo raggio che sostiene la ruota. Da una parte si collega la nostra vita
d'altra parte si collega a Cristo, ceppo e asse. Per cui la preghiera ci lega a
Cristo, ci lega alla comunità. La preghiera come va fatta? C'è la
preghiera comunitaria ma c'è la preghiera
personale. Mi raccomando fratelli sorelle la preghiera, non si deve raffreddare
la preghiera. Quando si raffredda la preghiera personale la preghiera
comunitaria zoppica o non è animata. La preghiera comunitaria quella buona, si
nutre di preghiera personali. Non è fabbricata, prefabbricata perché tante
volte possiamo fabbricare delle belle preghiere. Abbiamo dei modelli, per
vent'anni abbiamo memorizzato, per pregare ma non è quella la preghiera. La
preghiera la fa lo Spirito dentro di noi e suppone che noi siamo in sintonia con
lo Spirito, e se si è in sintonia con lo Spirito quando preghiamo
individualmente. Quanto deve durare la preghiera individuale?
Sempre dice Gesù. Bisogna pregare sempre, senza mai stancarsi. Ma
guardate un po’, Gesù esige che siamo sempre in preghiera. Come facciamo
allora? Ce lo spiega San Paolo:”sia che
mangiate, sia che beviate, sia che operate, qualunque cosa fate, fatela
rendimento di grazia, cioè in unione con Dio”. Però la preghiera vera è
l’unione con Dio. Però questa unione con Dio deve s'alimentata
interiormente. Ci vogliono i momenti di preghiera. Qualcuno potrebbe dire io
prego sempre, sono sempre davanti il Signore. Non è vero, ci vogliono i momenti
di preghiera. Come noi abbiamo tre pasti al giorno, ognuno di noi deve avere dei
momenti preghiera. Ognuno di noi ha dei momenti di pausa, c'è il pranzo, c'è
la cena, c'è la colazione…. gli ebrei pregavano tre volte al giorno. Anche
noi dobbiamo pregare. La preghiera individuale vuole almeno un momento al
giorno, da perdere per il Signore. Quello è un momento perduto, non è per
noi, è di Lui ed è per Lui. Mettiamo un quarto d'ora, un quarto d’ora cosa
è? Niente in una giornata. Però quel quarto d'ora è prezioso. E’ del
Signore, non è nostro. Dovete mettere in conto una giornata, sono 24 ore,
invece la giornata è di 23 ore e tre quarti. Quel quarto non ti appartiene è
del Signore. E io non mi sento di
pregare, perdilo. Ti metti in ginocchio, seduto, e lo perdi per il Signore. Non
mi viene un buon pensiero, non mi viene niente. Perdilo per il Signore. E vedrai
che Signore si farà presente, non è presente il primo giorno, il secondo
giorno ma se tu sei fedele alla preghiera, all'appuntamento sarà il Signore a
venire a te. E tessere un colloquio con te. Perché è il Signore che parla. Come
parla il Signore? Attraverso
illuminazioni, un buon pensiero, attraverso una locuzione interiore, attraverso
una mozione. E’ Dio che parla che spinge. E se tu sei fedele alla preghiera
vedrai che il Signore ti parlerà. Se il Signore non ti parla, è segno che
parlano altri dentro di te. C’è la voce della carne, la voce dei sensi, la
voce della memoria, dell’immaginazione, tu ti perdi dietro l'immaginazione,
dietro le sensazioni, dietro la memoria e addio preghiera. Ma se tu ti sforzi di
essere presente a te stesso ascolterai la voce del Signore, coglierai in una
parola della Scrittura che è davanti a te la luce di Dio. Sentirai nel tuo
cuore scoccare una parola di Dio. Fermati a quella Parola e vedrai che quel
quarto d'ora sarà riempito della luce del Signore, della Parola del Signore e
ti alzerai così nutrito per tutta la giornata. Se sarai fedele alla preghiera
Dio sarà fedele a te e la tua vita progredirà.
Perché la
preghiera comunitaria è scadente?
Tante volte è bella ma
prefabbricata. Perché la preghiera comunitaria non ha una incisività nella
vita spirituale della comunità? Perché la comunità non crescere
nella preghiera, così anche nella vita, perché quella preghiera non è
frutto della preghiera vera. Cioè noi andiamo alla preghiera non preparati
dalla preghiera personale. Dice lo Spirito Santo figlia mia vuoi andare a
pregare? Preparati alla preghiera. Quando venite qui a pregare dovete essere
preparati alla preghiera. C’è una preparazione
remota che è la preghiera
individuale, ma anche una preparazione prossima che è il raccoglimento. Spesso
succede che si viene qua si parla, si chiacchiera, poi si stenta ad entrare in
preghiera. Oppure non si entra mai in preghiera, si ridacchia della preghiera
degli altri, si ridacchia partecipando a qualche canto.
E così
passano settimane, mesi e anni senza che noi cresciamo. La vita spirituale resta
inaridita. Poche foglie, pochi fiori pochi frutti. Un altro raggio: i
sacramenti. La vita sacramentale; soprattutto due sacramenti quello
dell’acqua e quello del sangue. Per rendere testimonianza, tre sono quelli che
rendono testimonianza dice Giovanni: “il fuoco, l'acqua e il sangue”. L'acqua è il sacramento della confessione, il sangue il sacramento della Eucaristia, il fuoco è la preghiera del Spirito. La confessione è l'acqua. La confessione è un rinnovamento
del battesimo, dell’acqua battesimale. La confessione ben fatta, ….però mi
raccomando confessatevi, confessatevi spesso, confessatevi bene…….
la nostra confessione non è quella che dovrebbe essere. Come ci si confessa?
Ogni quanto tempo bisogna confessarsi? La faccia ve la lavate
voi, ogni giorno? Come ripulite il
corpo, come ripulite le mani, è bene che noi ripuliamo anche l'anima attraverso
la confessione. E’ vero che possiamo ripulire l’anima attraverso tanti mesi
di purificazione, ma il mezzo migliore è la confessione. Perché nella
confessione riceviamo la Grazia sacramentale, la Grazia di resistere al male, e
di progredire nel bene. Confessarsi bene, cioè lodare Dio “confesso laudis”
E’ per questo che non ci sappiamo confessare perché noi crediamo che la
confessione sia un atto penitenziale. Sì è un atto penitenziale ma è un atto
di gioia. E’ l’incontro dello sposo e la sposa nell'intimità, in cui la
sposa confessa l'amore dello sposo, lo loda lo benedice per quello che ha fatto
durante la settimana, il mese. Ricorda i punti più importanti degli incontri di
amore con lui, delle grazia ricevute. Questa è la confessio, “confessio
laudis” la confessione della
lode. Poi la confessione della colpa. Signore ti ringrazio perché ho fatto
questo, questo per grazia tua, però non ho compiuto bene questo, non mi sono
comportato bene con i figli, con mio marito, non mi sono comportato bene con gli
amici. Ho trasgredito un poco questo tuo precetto, ti chiedo di avere
compassione di me, e di lavarmi da questa mia colpa perché ti posso lodare e
benedire sempre e amarti di più. Questa è la confessione che noi facciamo al
sacerdote perché rappresenta lo Sposo Divino, è Gesù. Poi il sacerdote ci dà
la assoluzione, si compiace con noi del bene fatto, ci esorta a chiedere perdono
delle colpe commesse e dà degli indirizzi per camminare meglio. Quanta gioia
dopo una bella confessione, anzi l’indizio che la confessione è
ben fatta è il frutto dello Spirito la gioia, la pace. Quando dovesse
mancare la gioia e la pace dopo la confessione bisogna rivedere se noi abbiamo
mancato in qualche cosa, perché la confessione ben fatta produce pace e gioia.
Quanto tempo dopo bisogna confessarsi? Bè scegliete voi, una volta l'anno,
almeno una volta l'anno, a Pasqua. Però noi possiamo confessarci anche una
volta al mese sarebbe meglio, ma sarebbe ancora meglio confessarci almeno ogni
15 giorni. Nel codice di Diritto Canonico viene raccomandata…….ogni 15
giorni. Chi si vuole confessare, così meglio ed essere più sollecito della
propria purificazione si può confessare più spesso ancora ogni otto giorni. Ma
io vi raccomando gli antichi si confessavano ogni atto giorni ma almeno ogni
quindici giorni bisogna confessarsi, e confessarsi bene. Allora
avrete un grande vantaggio per la vostra crescita spirituale. Andiamo ad un
altro raggio che appartiene alla ruota che è il sacramento dell’ Eucaristia,
la vita sacramentale. Noi dovremmo
frequentare l’Eucarestia ogni giorno, per cui il buon cristiano nel limite del
possibile dovrebbe frequentare l’Euarestia ogni giorno. Quando non può per
gli impegni di lavoro, allora celebrerà la Messa a casa. Cosa significa
celebrare la Messa a casa? Vivere liturgicamente. Ricordare cioè
la liturgia del giorno, il Vangelo del giorno in modo da essere in
sintonia con la vita della Chiesa. Però quando potete fate la comunione ma
fatela bene. Sapete quanto bene vi fa? Oggi per esempio, abbiamo celebrato
così il giovedì, abbiamo fatto la processione, poi alla fine della processione
si è spezzata l'ostia in quattro e si è data a persone che non avevano
ricevuto la comunione in chiesa. Queste persone che hanno ricevuto la comunione
questa mattina stessa, soprattutto uno, appena ricevuto la comunione continuò a
parlare, a levare sedie, come niente fosse. Questa è mancanza di fede.
Di fede pratica, di fede vera. L’altro chiacchierava, altro appena
ricevuto la comunione si abbracciava con l’altro, Dove siamo? Un
protestante una volta, che era in crisi perché si voleva convertire al
cattolicesimo, andò in chiesa e, voi sapete che il protestante non credono
nella presenza Eucaristica , dice sicuramente i cattolici credono alla presenza
eucaristica voglio osservarli. Può darsi che nella Eucaristia non ci sia
soltanto la memoria, il ricordo dell’ultima cena ma in realtà ci sia Gesù. E
si mise di nascosto ad osservare i fedeli che facevano la comunione. Fuggì
dalla chiesa scandalizzato: ”se
non ci credono neanche loro non ci credo io”. Perché s'accorgeva che ci si
accostava alla comunione con poca devozione, senza fede. Non dico che questo è
un fatto generale, ma ci sono tanti che dimostrano di non avere fede e
questo succede in mezzo a noi. Quanti di noi non si accostano bene
all’Eucaristia. Questo esteriormente senza poi pensare alle disposizioni
interiori. Ci sono persone che pretendono di fare la
comunione quando non hanno le disposizioni interiori. Ci sono persone che
sono in disaccordo, in astio, qualche volta in odio, e fanno la comunione. Non
ci si può accostare alla comunione se non si è in armonia con il prossimo.
Se tu davanti all'altare ti ricordi che tuo fratello c'è l’ha con te, lascia
l’offerta ma prima va a riconciliarti con tuo fratello, poi vieni e offri…
per cui ci vuole questa comunione, quel segno della pace che noi ci diamo e
segno della verifica, la verifica che siano in comunione tutti noi che lì siamo
a Messa stiamo per ricevere il corpo del Signore. E’ la verifica. Datevi il
segno della pace, manifestate che siate in pace di uni con agli altri. Perché
chi non è in pace e non può manifestare questa pace, perché ce l’ha con
qualcuno non del accostarsi a Gesù. Senza dire di quelli che pretendono di
comunicarsi pur non essendo in regola con i comandamenti di Dio. Sono in peccato
e pretendono di comunicarsi. Ecco perché la comunione va fatta, e va fatta
bene. Perché la comunione può essere un cibo, che ci nutre e diventa miele, può
essere fiele che uccide, Diceva Paolo nei Corinti: “per questo ci sono in
mezzo a voi tanti morti e tanti infermi, perché abusate dell’Eucaristia”. O
può essere sale, ricordate la Eucaristia può essere o miele, pane e miele può
essere fiele, può essere sale. Tante volte è sale. Cosa fa il sale? Il sale
sterilizza, caustica, brucia. Tante persone si accostano all’Eucaristia senza
le dovute disposizioni e allora l’Eucaristia ricevuta abitualmente senza le
dovute disposizioni produce la infecondità spirituale. La sterilità spirituale
queste persone sono diventate sterili di una sterilità che impedisce di
fruttificare. Allora vengono gli altri e dicono “sparte fa a Comunione ogni
giorno e sparla sempre, è sparrittiera”. Cosa è successo la sterilità
spirituale. Si mangia Eucaristia e si resta così come si è. Non si fanno
frutti perché la terra non produce più. E’ come la
terra su cui è stato sparso del sale. Attenti al sale che sterilizza,
attenti alla comunione fatta per abitudine senza la carità interiore
senza la preparazione, senza devozione. Perché l'Eucaristia è un cibo
vitale, produce o vita o morte o sterilità. Gli altri raggi sono: la
direzione spirituale (manco a parlarne…). La direzione spirituale è
una cosa seria. Ognuno di noi deve avere il padre spirituale. Bisogna vedere
come fare la direzione spirituale. Il padre spirituale deve sapere tutto della
persona. Dall’a alla z, delle disposizioni interiori, i pensieri, i
sentimenti, la vita, come conduceva la vita, la giornata. Come usa il telefono,
come usa il tempo, come usa il denaro, perché si possa dare una regola di vita.
Un indirizzo. E’ difficile trovare un padre spirituale perché i sacerdoti non
si impegnano in questo. Sapete che a Roma dove ci sono più di duemila sacerdoti
è difficile trovare un padre spirituale perché
tutti impegnati. Però è difficile trovare una persona che si lasci
guidare perché crede di potersi guidare da se. Diceva Santa Teresa D’Avila
che la maggior parte delle persone cristiane non arrivano alla perfezione per
mancanza di direzione spirituale. Poi lo studio della
Parola di Dio, la Bibbia, è il
cibo quotidiano. Quanti di voi avete
la Bibbia qui, voglio vedere, ecco la cattiva abitudine, prima si veniva
qui con la Bibbia in mano, poi con il libro dei canti e con il taccuino. Ora non
c’è né penna né carta nè calamaio. Non c’è libro dei canti e non c’è
neanche la Bibbia. Dovete abituarvi a portare la Bibbia
si cammina sempre abbraccio con la Bibbia. Comunque lo studio della
Parola di Dio, poi abbiamo il servizio della vita comunitaria, le riunioni
comunitarie. Non disertare le riunioni. cap. 2° degli Atti “Erano
assidui all’insegnamento degli Apostoli, alla preghiera, alla frazione del
pane e l'unione fraterna”. Già i tempi così diciamo degli ultimi del I°
secolo tanti disertavano la preghiera dice l’autore della Lettera agli Ebrei. Non
disertiamo le riunioni. Perché la vita comunitaria è necessaria per noi.
Poi il servizio vicendevole. Sottomissione reciproca, gli uni gli altri e
riconoscerci come membri di una comunità servendoci gli uni gli altri con
amore. Questi sono i sei raggi che vedono la ruota affinché il cerchione sia
unito al suo ceppo e all’asse e possa ruotare bene e portare avanti la nostra esistenza cristiana, amen.
Padre
Matteo
La
Grua |
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